E’ stato definito il 14 novembre 2013 il processo a carico di un titolare di CED Goldbet che nel 2009 aveva aperto un centro elaborazione dati in collaborazione con la societa’ austriaca in Provincia di Viterbo.
Lo stesso si era veduto sequestrare apparecchiature e materiali vari connessi all’attività ’ ed invano aveva chiesto il dissequestro in sede di riesame ed al Gip, in considerazione del fatto che il tribunale del capoluogo laziale era uno dei pochi che continuava a ritenere insussistenti i presupposti per accogliere la richiesta di disapplicazione della normativa penale, pure a fronte di una massiccia giurisprudenza in fase di formazione decisamente di segno opposto, i cui principi sono stati poi accolti in Corte di Giustizia ed in Corte di Cassazione.
Stavolta, però, l’epilogo e’ stato diverso con l’avv.Marco Ripamonti, difensore dell’imputato, che nel tribunale di propria “appartenenza” ha potuto avvalersi di tutti i provvedimenti dallo stesso ottenuti in Corte di Giustizia (l’Ordinanza Zungri) ed in Corte di Cassazione (Sentenze Antelli, Chiappini, Marrone, Conciauro).
Il Tribunale di Viterbo ha, pertanto, ritenuto di adeguarsi alla giurisprudenza intervenuta mandando assolto l’imputato.