Depositato all’esito dell’udienza del 3 maggio 2024 il dispositivo con cui la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado della Sicilia, in accoglimento di ricorso presentato da esercente, ha annullato l’avviso di accertamento emesso dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), con cui era stata richiesta imposta unica su giochi e scommesse per 565.000 euro tra imposta, sanzioni e interessi.
All’esercente era stato contestato di avere installato totem presso il proprio esercizio con cui sarebbe stata effettuata raccolta di gioco a vincita in denaro all’esterno dei circuiti concessori e senza collegamento degli apparecchi alla rete telematica.
L’esercente, rappresentato dall’avv. Marco Ripamonti, ha sostenuto la insussistenza del gioco a vincita in denaro e la circostanza che i portali con offerta di gioco fossero liberamente reperibili in rete internet senza che vi fosse alcuna cointeressenza tra detti portali e l’esercizio stesso. La difesa ha anche eccepito la carenza di prova circa la sussistenza di tale finalità del gioco a vincita in denaro.
La Corte di Giustizia Tributaria ha accolto le tesi del difensore sotto il duplice profilo che la pretesa impositiva debba presupporre la finalità del gioco alla erogazione di vincite in denaro e che la prova di ciò incomba sull’ente portatore della pretesa fiscale, nel caso specifico non versata in giudizio. Da ciò l’accoglimento del ricorso con condanna alle spese di causa nei confronti di ADM.