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Stop a divieto di pubblicità indiretta e sponsorizzazioni da giochi e scommesse. Ecco il decreto Cultura oggi al CDM (TESTO)

Nel tentativo di affrontare alcuni dei problemi finanziari che affliggono il calcio italiano, il Decreto Cultura, in discussione oggi nel Consiglio dei Ministri, introduce un’importante modifica al Decreto Dignità del 2018. Questo cambiamento riguarda il divieto di sponsorizzazioni da parte delle aziende di scommesse, aprendo nuove opportunità per le società sportive.

Cosa cambia con il nuovo decreto

La norma originale del 2018, voluta dall’allora Ministro Luigi Di Maio e contenuta nel decreto Dignità, vietava rigorosamente qualsiasi forma di pubblicità legata a giochi o scommesse con vincite in denaro, comprese manifestazioni sportive, trasmissioni televisive, stampa e piattaforme digitali, social inclusi. Nonostante le intenzioni di combattere la ludopatia, il divieto non ha prodotto risultati significativi in tal senso.

Con il Decreto Cultura, si propone di rimuovere dal testo originario del Decreto Dignità le parole “anche indiretta”. Questa modifica consentirebbe alle squadre di calcio italiane di riprendere accordi di sponsorizzazione con le aziende di betting, beneficiando di introiti economici che sono invece accessibili ad altri grandi campionati europei.

Questa decisione potrebbe segnare un cambiamento significativo per il calcio italiano, offrendo alle società uno strumento in più per rafforzare le proprie finanze.

Cosa prevede il Decreto Cultura

Aricolo 14 comma 4

. All’articolo 9, comma 1, del decreto legge 12 luglio 2018, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 96, le parole “, anche indiretta,” sono soppresse.

Revisione della normativa sul divieto di pubblicità per i giochi e le scommesse. Relazione illustrativa al provvedimento

Il comma 4 interviene sull’articolo 9 del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, noto come “Decreto Dignità”, modificando le restrizioni sul divieto di pubblicità per i giochi e le scommesse. Introdotto con l’obiettivo di contrastare la ludopatia, l’articolo 9 vietava qualsiasi forma di pubblicità, sponsorizzazione o comunicazione promozionale relativa a giochi o scommesse con vincite in denaro, su qualunque mezzo e in ogni forma, anche indiretta.

Tuttavia, l’applicazione di questa norma, considerata particolarmente restrittiva, ha avuto impatti significativi su settori come l’editoria, l’audiovisivo e, in particolare, lo sport. Il divieto ha incluso ogni manifestazione pubblicitaria, come sponsorizzazioni durante eventi sportivi, trasmissioni televisive e radiofoniche, pubblicazioni, affissioni e social media.

Linee guida dell’AGCOM

Le Linee Guida attuative dell’AGCOM hanno definito ulteriormente le fattispecie rientranti nel divieto, distinguendo tra pubblicità vietate e comunicazioni ammesse. Tra le esclusioni dal divieto vi sono informazioni di carattere meramente informativo, come le quote, i jackpot o i bonus relativi ai giochi, purché queste rispettino i principi di continenza, trasparenza e non promozionalità. Allo stesso modo, i servizi di comparazione di quote o offerte tra operatori, se effettuati con criteri trasparenti, non sono considerati pubblicità.

Necessità di un intervento normativo

Alla luce dei limiti dell’attuale normativa, si ritiene necessario un intervento per escludere dal divieto la pubblicità indiretta. Questo cambio permetterebbe di garantire una migliore interpretazione della disciplina sui giochi legali, sottoposti a regime concessorio, e di valorizzare l’effetto positivo che tali attività possono avere sulla finanza pubblica.

L’approccio proposto mira a un allineamento con le normative europee, che sottolineano l’importanza della proporzionalità e della non discriminazione, e con il principio di libera prestazione dei servizi sancito dal Trattato UE. Inoltre, una comunicazione regolamentata potrebbe rafforzare il contrasto al gioco illegale e promuovere iniziative per monitorare e prevenire fenomeni di dipendenza.

Benefici economici e competitivi

La rimozione del divieto di pubblicità indiretta potrebbe generare un effetto positivo sull’economia del settore e ridurre gli svantaggi competitivi delle imprese italiane, in particolare nel settore sportivo. Nel calcio, dove le scommesse rappresentano una parte significativa degli introiti da sponsor, il ripristino della pubblicità indiretta consentirebbe alle società di compensare le perdite causate dal divieto, garantendo al contempo una redistribuzione più equa dei benefici economici lungo la filiera.

Inoltre, sul piano concorrenziale, il divieto generalizzato rischia di favorire gli operatori già consolidati, penalizzando i nuovi ingressi nel mercato, pur se autorizzati. Garantire una pubblicità regolamentata e trasparente potrebbe invece favorire una competizione più equa tra gli operatori concessionari del gioco legale, valorizzando marchi e posizionamenti di mercato.

Questa revisione normativa mira quindi a coniugare tutela del consumatore, prevenzione della dipendenza e sviluppo economico del settore, creando un quadro più equilibrato e competitivo.

Redazione Jamma
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