“Lavorare in regime di proroga non consente mai di raggiungere risultati. Il legislatore ha ampia discrezionalità, ma non bisogna farsi prendere da tifoserie, che poi non danno un buon risultato. Vanno sicuramente esclusi gli strumenti inidonei, quali le distanze fisiche. Parliamo di 12 miliardi di euro, cifre non trascurabili, che hanno tutta una serie di riflessi. Il gioco online rende molto meno della rete fisica. Quella del gioco è una disciplina che non può continuare così, il tema va affrontato. Oggi, paradossalmente, il giocatore ha maggiore convenienza di stare sull’online. E’ chiaro che l’idea che l’offerta influenzi la domanda non regge. Oggi c’è un interesse a contrastare il gioco illegale, obiettivo da raggiungere implementando gli strumenti. C’è anche un interesse di natura economica, a partire dai concessionari. Serve un assetto normativo stabile. Infine due elementi sono fondamentali: il sistema sanzionatorio, con un sistema proporzionato e proporzionale; la neutralità del tributo Iva nella filiera”.
Lo ha detto il professore ordinario dell’Università Luiss Guido Carli, Giuseppe Melis, durante la sessione dedicata al settore giochi dal titolo “La riforma dei giochi pubblici tra esigenze di bilancio, tutela della salute e salvaguardia del comparto economico”, nell’ambito degli Stati Generali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in corso a Roma.
