La Conferenza delle Regioni chiamata ad esprimersi sul testo della proposta di riordino della rete di offerta dei giochi pubblici ‘retail’, ovvero su rete terrestre.
Dopo una lunga gestazione del testo di proposta che ha visto impegnato un tavolo tecnico composto da tecnici del Mef, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e rappresentanti della Conferenza delle Regioni, l’approvazione delle misure previste dalla legge delega sul riordino del gioco pubblico potrebbe finalmente superare anche l’ultimo ostacolo.
L’ultima riunione presso il ministero delle Finanze risale alla fine del novembre scorso. In quella occasione è stato sottoposto alle Regioni un documento che ha cercato di conciliare, per quanto possibile, le richieste delle Regioni e quelle del ministero di via XX Settembre.
Dopo un confronto di diversi mesi, con una serie di intervalli di diverse settimane, l’intesa potrebbe essere ormai in via di approvazione. Domani, 17 dicembre, la proposta verrà esaminata dalla Commissione Affari Finanziari (dopo un rinvio di un giorno, dal momento che si sarebbe dovuta tenere nella serata di oggi), per passare il giorno successivo in Conferenza Regioni e Province Autonome.
Secondo quanto emerso in via del tutto informale la riforma dovrebbe basarsi su una rete di offerta articolata in:
39.000 esercizi generalisti (contro i 34 mila indicati dalle regioni), 4.500 sale specializzate, 9.000 punti scommesse. Il totale è 52.500 punti gioco.
Il numero degli apparecchi da gioco installati, ovvero uno dei punti più controversi non dovrebbe scendere sotto le 200.000 Awp e le 42.500 Vlt.
Per quanto riguarda i luoghi sensibili, su cui si baserebbe il distanziometro, il Mef ha proposto le Scuole di primo e secondo grado e Strutture sanitarie che ospitano centri di recupero delle dipendenze, mentre le Regioni vorrebbero includere luoghi di culto, strutture di aggregazione giovanile (palestre/oratori) e centri anziani
Sulle distanze è l’accordo dovrebbe prevedere “una distanza pari a 100 metri” per gli esercizi certificati e di “200 metri” per i non certificati. Qualsiasi altra scelta determinerebbe “una significativa contrazione delle entrate”, ha sottolineato il Mef.
Per gli esercizi certificati l’orario di chiusura, per tutto il territorio nazionale, secondo le indicazioni del Mef, potrebbe essere dalle 5 alle 9 e dalle 13 alle 15. Per i non certificati la chiusura mattutina sarebbe fino alle 9.30, a condizione che gli orari siano riferiti agli apparecchi.
Il passaggio del documento di riordino del gioco ‘retail’ rappresenta una fase fondamentale per l’assegnazioni delle concessioni in scadenza.