“Vorrei iniziare l’analisi in questa audizione facendo un apprezzamento al Governo perché dopo anni di immobilismo, di rinvii e soprattutto con una lunga stagione caratterizzata da incertezza, finalmente mette mano al settore con l’obiettivo di riordinare il settore”.
È quanto ha riferito Emilio Zamparelli, presidente di FIT-STS nel corso dell’audizione in Commissione Finanze della Camera sullo schema di decreto di Riordino settore giochi. “Sicuramente sarà positivo per il settore ma anche per la tutela dei giocatori. Quanto all’analisi delle questioni di nostro interesse, l’articolo 13 del decreto individua i luoghi dove sarà possibile aprire un conto gioco. Vengono individuati luoghi dove sarà possibile svolgere tale attività tra cui le tabaccherie che svolgono anche l’esercizio di raccolta. Questo è un elemento di estrema chiarezza che pone fine ad un vuoto normativo che negli ultimi anni ha consentito un’apertura indiscriminata e senza regole di punti vendita di ricarica. Sarà possibile esercitare un presidio più efficace sull’attività di questi punti da parte dello Stato, sicuramente favorirà una facilità di controllo. Aver scelto le tabaccherie come punti vendita ricarica sicuramente è una scelta qualificante. Stiamo parlando della rete fisica dello Stato, stiamo parlando di concessionari diretti dello Stato. I tabaccai operano in virtù di una concessione diretta rilasciata dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) dopo un’attenta verifica dei requisiti oggettivi e soggettivi in capo al richiedente. È una categoria adeguatamente formata, soggetti ad un corso di formazione abilitante alla professione, al superamento di un esame senza il quale non è possibile esercitare.
Per queste ragioni il tabaccaio, già adeguatamente formato, soddisfa adeguatamente gli obiettivi. Dà sicuramente al consumatore la possibilità di verificare la legalità del punto vendita e sicuramente offre la possibilità di un controllo sull’attività dei punti vendita. Il pagamento di 200 € per il primo anno per l’iscrizione all’albo, inutile negarlo, è estremamente gravoso, si pensi alla redditività derivante da tale attività. Abbiamo delle informazioni su una redditività media di 100 € all’anno per punto vendita, per questa attività quindi la tassa di iscrizione di 200 €, e anche quella di 150 € per il secondo anno, sono qualcosa di antieconomico. Si tratta del medesimo importo che viene chiesto agli operatori per l’iscrizione all’albo dei gestori degli apparecchi da intrattenimento, che sappiamo garantiscono importi di redditività molto superiori.
Inoltre facciamo notare che il conto gioco è uno strumento già tracciato, nel momento in cui il giocatore ha un conto ha già fornito le sue generalità e un documento di riconoscimento, così la limitazione dell’operatività del punto vendita a 100 euro massimo rappresenta una contraddizione con la volontà dello Stato di controllare queste attività.
Si richiede pertanto una riduzione di 50 € per l’iscrizione all’albo oppure una rimodulazione della stessa vedendo eventualmente il pagamento di una tantum solamente per la prima registrazione. Chiediamo infine di rimodulare al rialzo l’ammontare della ricarica settimanale massima per il conto”.