Il senatore di Forza Italia Claudio Lotito (nella foto) rilancia la sua proposta di destinare una quota delle scommesse al calcio. Nel corso dell’audizione in Commissione Finanze del Senato del direttore dell’ADM, Roberto Alesse, Lotito ha chiesto di sapere se ci siano margini economici per permettere alle squadre di calcio di ricevere una quota dell’aggio derivante delle scommesse, da destinare in maniera vincolata al settore delle infrastrutture sportive.
Il direttore Alesse ha rinviato i dettagli sulla questione a un documento che è stato lasciato agli atti della Commissione. Nel documento in questione si spiega che “nel corso della presente legislatura più volte sono stati presentati emendamenti parlamentari volti alla costituzione di un Fondo per la promozione dello sport, destinato al finanziamento di progetti di promozione dello sport, alla promozione di investimenti nei settori sportivi giovanili e alla promozione delle attività del Comitato italiano paralimpico, individuando la copertura nell’incremento delle aliquote dell’imposta unica connessa ai giochi di abilità a distanza con vincita in denaro, al gioco del bingo a distanza, alle scommesse a quota fissa diverse da quelle ippiche (sia quelle per cui la raccolta avviene su rete fisica, sia quelle per cui la raccolta avviene a distanza), nonché alle scommesse a quota fissa su eventi simulati di cui all’articolo 1, comma 88 della legge 27 dicembre 2006, n. 296. A parere dell’Agenzia l’aumento delle aliquote dell’imposta unica avrebbe un effetto potenzialmente depressivo della raccolta e comporterebbe un maggior prelievo fiscale a carico dei concessionari, i quali per mantenere gli attuali livelli dei loro ricavi sarebbe costretti a diminuire gli importi della raccolta resa in vincite ai giocatori (pay out) per incrementare la base imponibile rappresentata dal c.d. margine (margine = raccolta-vincite). Ciò darebbe luogo a un decremento dell’appetibilità del gioco e, di conseguenza, un possibile spostamento di parte della raccolta verso l’offerta illegale che già adesso è in grado di offrire quote più alte (non dovendo sottostare all’imposta), con conseguente spostamento del gioco al di fuori dell’ambito legale e riduzione della raccolta. Si aggiunga che l’aumento dell’imposta sul gioco on line si aggiungerebbe all’aumento del fee d’ingresso e del canone richiesti nel bando per le nuove concessioni on line che già impattano notevolmente sui margini dei futuri concessionari, rendendo la concessione meno “appetibile” con conseguente rischio di diminuire il numero dei potenziali soggetti interessati. Da ultimo vale sottolineare che il palinsesto delle scommesse offre gioco su tutti gli sport, su eventi sportivi di tutto il mondo e, altresì, su eventi non sportivi. Nel corso del 2023, le scommesse sul calcio di Serie A hanno rappresentato solo il 14,8% delle scommesse del totale delle scommesse sul solo calcio, escludendo, quindi, gli altri eventi sportivi e non. Un riconoscimento, a favore delle sole società di calcio, di una forma di partecipazione agli utili creerebbe una disparità rispetto a tutti gli altri stakeholder che potrebbero, di conseguenza richiederla anch’essi”.