La legge di Bilancio 2025 introduce una norma che elimina limiti dimensionali alla web tax applicando una imposta del 3% sul fatturato di tutte le imprese del settore digitale.
Quando si parla di web tax si è portati a pensare ai giganti del web, alle piattaforme social, a quelli della compravendita di beni e servizi. Ma non si tratta solo di questi.
Come ha chiarito l’Agenzia delle Entrate nel 2021 anche il settore dei giochi è interessato all’applicazione dell’imposta sui servizi digitali. Con alcune distinzioni.
Per quanto riguarda il gioco d’azzardo online la distinzione attiene al ruolo del gestore della piattaforma:
– il bookmaker (ossia quale entità che accetta le scommesse dei giocatori fissando le quote, come ad esempio nel caso delle scommesse sportive o su altri eventi) o banco (ossia quale entità contro cui i giocatori puntano come ad esempio nel caso del poker o della roulette online), assume rischi in proprio e i ricavi sono pertanto esclusi dalla imposta in questione;
– qualora invece operi come soggetto che permette ai giocatori (utenti) di scommettere o giocare d’azzardo tra di loro, l’entità non assume rischi legati alle scommesse o al gioco, ma opera come intermediario. Sebbene le somme rappresentate dalle “giocate” siano escluse, la commissione del gestore dell’interfaccia rappresenta invece un ricavo digitale ai sensi di legge, realizzato a titolo di intermediario nelle operazioni tra utenti.
La novità contenuta nella legge di Bilancio 2025 sta nel fatto che vengono cancellati i limiti di ricavi estendendo l’applicabilità dell’imposta a tutti i soggetti esercenti attività di impresa che realizzano ricavi derivanti dai servizi digitali.