HomePoliticaGiochi, segnalazione a Bruxelles sulla determina istituzione targhe per i PVR: è...

Giochi, segnalazione a Bruxelles sulla determina istituzione targhe per i PVR: è a rischio infrazione comunitaria

La Commissione Europea sta ancora verificando una segnalazione di denuncia che potrebbe portare all’apertura di una procedura d’infrazione dovuta alla violazione della Direttiva (Ue) 2015/1535 per mancata notifica regole tecniche del  Decreto Legislativo 25 marzo 2024 n. 41, Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi a distanza, in esso contenute come avevamo già segnalato il maggio scorso.

Già in passato una procedura d’infrazione venne contestata all’Italia in relazione alla normativa sui giochi di abilità a distanza, relativo all’allora Decreto n. 186 del 17 settembre 2007.

Nel 2017 la Commissione Europea chiuse 6 procedure d’infrazione sul gioco online perché la stessa, nel fare uso della sua discrezionalità politica, decise che il settore del gioco d’azzardo, non essendo normalizzato e uniforme, doveva risolvere le controversie tramite i tribunali nazionali. Sul tema sono state anche presentate alcune denunce al Difensore Civico Europeo.

Ora la redazione di Jamma è stata in grado di visionare una nuova segnalazione alla TRIS DG Imprese in merito alla determina direttoriale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) che istituiva l’Albo dei Punti Vendita Ricariche (PVR) e che potrebbe inserirsi nella discussione di legittimità prevista per la metà del prossimo febbraio, dopo i rinvii del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio  che ha emesso diverse ordinanze sospendendo temporaneamente l’efficacia della determinazione direttoriale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) che istituiva l’Albo dei Punti Vendita Ricariche (PVR).

La sentenza finale avrà un impatto significativo, non solo per i ricorrenti ma per l’intero comparto regolato dalla nuova normativa.

Diversamente dal maggio scorso, la segnalazione trova il suo spunto nella sentenza della Corte di giustizia europea  (Causa bollino SIAE case_20_05_IT [1])

Prevedere una targa di identificazione come nel caso dei PVR senza che tale determina venga comunicata o notificata alla TRIS DG IMPRESE della Commissione Eu, come accaduto in passato per il contrassegno SIAE, potrebbe , secondo i segnalanti, aver violato il principio comunitario perché tale procedura rientra nella marchiatura o etichettatura che la DIRETTIVA (UE) 2015/1535 che prevede una procedura d’informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche, la marcatura e l’etichettatura, nonché le procedure di valutazione della conformità.

A seguito della sentenza n. 14705/2008, con cui i giudici della Corte di cassazione hanno stabilito l’irregolarità della procedura di approvazione del contrassegno, il ministero dell’Industria ha provveduto lo scorso 23 aprile ad effettuare la prescritta notifica 2008/162/I alle istituzioni comunitarie, affinché il bollino torni in regola con le disposizioni comunitarie.

Ai sensi dell’art. 164 del Trattato CE l’interpretazione del diritto comunitario della Corte di Giustizia ha efficacia vincolante per tutte le autorità (giurisdizionali o amministrative) degli Stati membri (anche ultra-partes) e quindi potrebbe accadere, sostengono i segnalanti, che il TAR Lazio stabilisca di disapplicare e quindi invalidare la Determina che istituiva l’Albo dei Punti Vendita Ricariche (PVR), fino a quando le autorità italiane, in questo caso ADM, non la notifichi.

Articoli correlati