“Il numero degli italiani che per divertirsi decide di giocare con i giochi a vincita ci fa capire che il gioco è un prodotto e, anche se viene enfatizzato, non significa che possiamo trascurarlo. Ci sono stati probabilmente dei modelli di sviluppo del gioco, per l’utilizzo in denaro, anche facilitati da quelle norme che con un intento punitivo o comunque in qualche modo con un intento di nascondere questa parte della società, hanno enfatizzato un rischio di ludopatia. Non si deve accettare l’idea di una società in cui per sconfiggere quello che tutti noi dobbiamo impegnarci a contrastare, a ridurre, ovvero una patologia, va a disconoscere tutto una serie di valori. Questa settimana mi è capitato di organizzare una conferenza stampa per presentare una tesi di laurea sull’ippica. Uno dei dati riportati è il fatto che l’ippica italiana è andata praticamente perdendo la raccolta di gioco, per fare dei numeri, oggi tutto il giro d’affari dell’ippica in Italia arriva a 500 milioni, in Francia a 10 miliardi. Ecco, credo che però sia un peccato perdere dal mondo delle scommesse, una scommessa che è vicina a un mondo concreto. Vanno tutelati i giochi che creano occasioni di socializzazione, come l’ippica e come il bingo. Credo che il settore dell’ippica debba fare anche lo sforzo di non seguire scorciatoie, non andare immediatamente su quei giochi di vincita in denaro che consentono un ritorno maggiore, ma provare a pensare a tutte le attività che possono aiutare ad appassionarsi a questo mondo, partendo dal mondo dei cavalli”.
E’ quanto ha dichiarato Mauro del Barba, segretario della VI Commissione Finanze della Camera dei deputati, nel corso della presentazione nel corso della presentazione “Giocare da grandi. Le rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico” in collaborazione con Swg e IGT.