“Non ho mai avuto una concezione dello Stato etico, ma sono un convinto liberale, ritengo che quando ci sono le condizioni il gioco legale vada supportato, perché se non viene supportato il gioco legale, il giocatore finisce in quello illegale. Credo che lo Stato debba creare le condizioni perché non avvengano degenerazioni, ma è il cittadino che deve scegliere come meglio può divertirsi, non è lo Stato che deve decidere cosa deve fare, come lo deve fare. Da oltre 2.000 anni il gioco è un elemento della vita, esiste da sempre, la scelta non è tra il gioco sì o il gioco no, ma se vogliamo renderlo legale, controllarlo, gestirlo, creare le condizioni perché nel gioco non avvengono le degenerazioni, oppure se vogliamo renderlo illegale e quindi far sì che tutte le degenerazioni possono proliferare perché evidentemente nell’illegalità nessuno si preoccupa della salute pubblica. Questa è la scelta da fare. Allora per un liberale come me non ci sono dubbi: la scelta è per la libertà del cittadino di divertirsi come meglio crede e dall’altra parte è importante creare le condizioni perché questo divertimento, ovviamente, rimanga dentro a un margine di tolleranza per evitare le degenerazioni. Questo vale per tutto, più volte l’ho detto vale per l’alcool, e lo dico io che vengo da un territorio dove il vino e le grappe sono una virtù, e io mi vanto di essere un appassionato della buon vino, della buona grappa, ma non delle degenerazioni. Queste ricette servono, aiutano, perché è necessario far parlare in modo scientifico. Al mondo del gioco dico che tutti devono impegnarsi per dare del settore un’immagine diversa da quella che qualcuno vuole attribuire. Chi gioca nella legalità, chi investe nel gioco legale rischia di cadere nella demagogia”.
E’ quanto ha dichiarato Andrea De Bertoldi, Membro della VI Commissione Finanze della Camera dei deputati nel corso della presentazione “Giocare da grandi. Le rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico” in collaborazione con Swg e IGT.