“La nostra idea è arrivare alla fine dell’investimento avendo una struttura polifunzionale nella relazione tra atleta e cavallo – trotto, galoppo, equitazione -, ma anche per tutta un’altra serie di attività, perché siamo convinti che si debba lavorare sugli eventi”. Così Lorenzo Stoppini, direttore della Business Unit Ippodromi di Snaitech, è intervenuto nel corso della tavola rotonda dal titolo “Il ruolo degli ippodromi per il rilancio del settore ippico” che si è svolta nella prima giornata della 125° edizione di Fieracavalli a Verona (9-12 novembre) nel Padiglione 2 del Masaf.
In riferimento all’investimento fatto da Snaitech, società proprietaria degli ippodromi Snai di Milano e Montecatini Terme, di portare il trotto all’interno dell’Ippodromo Snai di San Siro a Milano, il direttore ha anche spiegato che: “(…) stiamo cercando di pensare a 360° al pubblico che frequenta l’ippodromo. Ok fare pubblicità e portare il pubblico, ma poi la comunicazione rischia di essere sempre molto tecnica, invece riuscire a scendere su un piano di comunicazione comprensibile è molto complicato”. Un aspetto in cui potrebbe rivelarsi decisiva è la collaborazione tra gli ippodromi italiani: “Se lo facciamo tutti insieme è meglio – sottolinea Stoppini -. Se uno ha successo potrebbe condividere l’esperienza, perché penso che il successo di uno sia il successo di tutti, perché l’obiettivo è riportare il pubblico agli ippodromi per aumentare i ricavi, perché l’ippodromo guadagna con quasi tutte attività che riguardano il pubblico: il biglietto, le scommesse e la fornitura di servizi”.
Pubblico che rappresenta anche il ricavo ‘figurativo’ per i proprietari di cavalli, secondo Stoppini, nella soddisfazione di vincere una corsa. Quindi, “l’investimento sulla promozione per richiamare il pubblico serve per tutti”. Infine, Stoppini ha messo l’accento sulla necessità di poter programmare le corse con un ampio anticipo, “per poter programmare anche tutte le altre attività. È normale che gestendo impianti grandi si facciano anche altre attività, e l’idea è quella di gestire queste strutture con una ragionevole programmazione che permetta di creare eventi di varia natura, principalmente ippici, ma che permettano di arrivare all’obiettivo che è il pareggio di bilancio”.
Nel corso dell’altra tavola rotonda “La promozione del settore ippico tra riforma delle scommesse e apertura al grande pubblico”, sempre Lorenzo Stoppini è intervenuto dichiarando che “siamo abituati alla possibilità che la programmazione possa cambiare per problemi meteorologici o per la concomitanza con altri eventi rilevanti, quindi che possa esistere un calendario pluriennale di massima sarebbe un grande passo avanti per tutti, per gli ippodromi, per i concessionari e anche per chi distribuisce i diritti italiani all’estero, perché potrebbe già presentarsi con un bouquet da offrire”. Parole che arrivano a commento dell’intervento del sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra, il quale ha proposto di fare una programmazione pluriennale delle corse “ma senza definire le risorse per sovvenzioni e premi, perché dobbiamo aspettare i dati finanziari e che quindi verrebbero assegnate successivamente”.
Nel suo intervento, Stoppini ha anche richiamato a una maggiore collaborazione tra gli ippodromi e la rete nel ripensare una programmazione che sia “finalizzata a massimizzare tutti i parametri: da un lato gli ippodromi, di cui rivendico l’indipendenza nella necessità di fare eventi, e dall’altra la rete, che quando chiede di correre in determinate occasioni, ha il diritto poi di chiedere l’orario in cui gareggiare per massimizzare la raccolta”.