De Maria (PD): “’Ndrangheta e camorra, agiscono nel gioco d’azzardo legale come vere e proprie padrone del settore”

(Jamma) “I punti di forza della presenza mafiosa sono tanti e diversificati” ha affermato Andrea De Maria (PD) in occasione dell’esame del pdl Garavini relativo all’Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali.

“Penso ad esempio al sistema del gioco d’azzardo legale. Le mafie, in particolare ’ndrangheta e camorra, agiscono nel gioco d’azzardo legale come vere e proprie padrone del settore, producendo concorrenza sleale e sfruttando i vizi dei giocatori. Anche in quest’ambito le complicità con politica e colletti bianchi sono molto forti: lobbisti, affaristi, faccendieri, imprenditoria mafiosa che ha creato uno scudo attorno al settore, che è diventato inattaccabile e che dobbiamo combattere ridando credibilità allo Stato.

Credo che oggi più che mai, con una crisi che morde i lavoratori e il mercato del lavoro, se il rifiuto delle mafie è una condizione essenziale per la loro sconfitta, da solo non basta. Quando di fronte alla crisi spesso il denaro sporco è l’unico disponibile, diventa necessario dar vita ad un sistema nuovo di opportunità, soprattutto per quegli imprenditori che hanno denunciato, che vogliono farlo, e che rischiano di essere estromessi dal mercato.

In quest’ambito un altro aspetto importante su cui riflettere – ha continuato De Maria – sono i reati di usura: si parla di 600.000 vittime del fenomeno, a fronte di alcune centinaia di denunce l’anno, un fenomeno peraltro odioso, che getta nel dramma migliaia di famiglie ed inquina gravemente il nostro sistema economico e sociale”.

 

“Alcune problematiche di enorme rilievo e di grande attualità che la Commissione della scorsa legislatura  ha affrontato riguardano la penetrazione mafiosa nei settori dei giochi e delle scommesse, – ha affermato Salvatore Piccolo del PD intervenendo nel dibattito –  con la quale si realizzano enormi profitti che sono stati quantificati recentemente in una cifra superiore ai 50 miliardi di euro, gran parte dei quali è fin troppo facile arguire vengono poi riciclati in altri investimenti illeciti”.