“Nel 2017 la Commissione ha deciso di ridurre le proprie attività relative all’applicazione degli articoli 49 e 56 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea nel settore del gioco d’azzardo. La Commissione rimane coerente con tale decisione e non prevede di affrontare la mancanza di convergenza normativa e di tutela dei consumatori attraverso una normativa settoriale dell’UE in materia di gioco d’azzardo. La raccomandazione 2014/478/UE della Commissione sui principi per la protezione degli utenti dei servizi di gioco d’azzardo on line non è vincolante e non interferisce con il diritto degli Stati membri di regolamentare i servizi di gioco d’azzardo nel rispetto del diritto dell’UE. Non esiste tuttavia una normativa settoriale dell’UE in materia di gioco d’azzardo. Gli Stati membri sono liberi di disciplinare il gioco d’azzardo, purché tali regolamentazioni rimangano in linea con le norme relative al mercato interno stabilite dal trattato quali interpretate dalla Corte di giustizia dell’UE. Le regolamentazioni in materia di gioco d’azzardo, anche in relazione alla tutela dei consumatori e all’applicazione delle norme, variano quindi notevolmente da uno Stato membro all’altro. Nel settore della tutela orizzontale dei consumatori dell’UE, la Commissione sta svolgendo un vaglio di adeguatezza per determinare se gli atti legislativi vigenti in materia di tutela dei consumatori assicurino un alto livello di protezione nell’ambiente digitale, ad esempio per quanto riguarda le progettazioni di interfacce che possono influenzare le decisioni dei consumatori o creare dipendenza digitale”.
E’ quanto ha spiegato il Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton (nella foto), rispondendo all’interrogazione presentata lo scorso novembre da Ignazio Corrao (Verts/ALE) che chiedeva un’azione della Commissione a seguito dello scandalo sul calcio scommesse in Italia.
Di seguito il testo dell’interrogazione:
“L’inchiesta italiana sulle scommesse illegali dei calciatori ha evidenziato la crescente problematica della ludopatia in Italia. Il rapporto della EGBA rivela che il settore in Europa ha generato 108,5 miliardi di euro di fatturato nel 2022, e prevede di generarne 134 miliardi entro il 2027. L’Italia nel 2018 ha vietato la pubblicità del gioco d’azzardo.
Il settore necessiterebbe di un quadro comune per raggiungere una convergenza regolamentare e un’adeguata tutela dei consumatori uniforme in tutta l’UE, ma risulta improbabile che si realizzi in assenza di ulteriori misure adottate a livello europeo.
La Commissione avrebbe deciso di relegare in secondo piano le questioni legate al gioco d’azzardo nonostante la raccomandazione 2014/478/UE non sia riuscita a garantire uniformità e convergenza regolamentare.
La maggiore disponibilità e il crescente interesse per una cooperazione amministrativa tra gli Stati membri rispetto al 2014 potrebbe portare maggiore sostegno a favore di misure dirette, obbligatorie e armonizzanti sul gioco d’azzardo, permettendo così il raggiungimento, in modo più efficace, degli obiettivi originariamente previsti dalla raccomandazione.
Può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
- Intende affrontare la mancanza di convergenza regolamentare e di tutela dei consumatori nel settore del gioco d’azzardo?
- Come valuta complessivamente l’attuazione dei principi della raccomandazione 2014/478/UE da parte degli Stati membri e i risultati da questa conseguiti?
- Quali iniziative ha pianificato, o intende promuovere, per quanto riguarda la regolamentazione del gioco d’azzardo e la cooperazione tra gli Stati membri?”.