Stop all’’effetto bazar’ nei centri di Bellaria e di Igea Marina (RN), maggiore decoro ed innalzamento della qualità dei prodotti in vendita, a partire dal Made in Italy: è un regolamento inedito sul territorio, ambizioso e destinato ad essere spartiacque per il mondo del commercio di Bellaria Igea Marina, quello che lunedì sarà posto al voto dell’aula in Consiglio Comunale. “Il documento che sarà votato in Consiglio Comunale è frutto di un lungo lavoro, di più di un anno, condotto in stretta concertazione con tutte le associazioni di categoria legate al commercio – Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, CNA – e con i gruppi spontanei come ad esempio l’Associazione Isola dei Platani e Viv’Igea”, spiega il Sindaco Filippo Giorgetti. “Abbiamo ritenuto fondamentale”, continua, “potenziare il tema della tutela e della difesa del decoro, coerentemente per altro con l’intensificazione dei controlli sul commercio portati avanti dalla Polizia Municipale negli ultimi dodici mesi. Crediamo che il sostegno ai nostri esercenti e la valorizzazione dei nostri centri commerciali naturali non possa prescindere dall’impatto estetico e dalla qualità della merce in vendita.”
Dal punto di vista della filiera normativa, il regolamento è sotteso a quanto già prescritto a livello nazionale, regionale ed anche locale – vedi il Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Bellaria Igea Marina – su due direttrici: il tema del decoro e la disciplina dei cosiddetti hub urbani. Quest’ultimo, in particolare, è l’aspetto chiave che ha portato alla perimetrazione delle zone di interesse, d’ora in poi formalmente identificate come ‘centri commerciali naturali’: viale Ennio; viale Ovidio; viale Paolo Guidi, dalla via Perugia nella sua totalità a via Torre sino all’intersezione con via Arno, nonché le traverse del viale, ad esempio via Adriatico e via Pascoli, sino alla ferrovia.
Il regolamento prevede che, a partire dal 1^ giugno 2024, nei centri commerciali naturali di Bellaria Igea Marina potranno insediarsi solo attività che esercitino, in maniera prevalente, la commercializzazione di determinati prodotti: provenienti da filiera corta o a chilometro zero, legati al Made in Italy, all’artigianato tipico, all’arte a alla cultura, all’enogastronomia di qualità. Saranno vietate ad esempio attività come le sale slot, i compro-vendo oro, i cosiddetti money change e money transfer, il commercio all’ingrosso, nonché quei negozi che offrono una gamma indistinta e generalizzata di prodotti vari, magari a basso costo, senza alcuna specializzazione. In poche parole, i cosiddetti negozi-bazar.
La disciplina, che ovviamente non potrà avere carattere retroattivo, riguarderà invece anche “gli eventuali ampliamenti di attività già esistenti prima del 1^ giugno 2024, le possibili integrazioni nel tipo di merceologia commercializzata da parte di un’attività già esistente ed i temporary store. Inoltre, il regolamento contiene un articolo apposito che ne estende il campo di afferenza ad eventi, fiere e manifestazioni organizzate all’interno dei tre centri commerciali naturali: definendo per ambulanti e commercializzazioni temporanee”, conclude il Sindaco, “linee di indirizzo analoghe in tutto e per tutto a quanto prescritto per i negozi in sede fissa”.