“Vi spiego quello che ci è successo nel rapporto con il fisco. Noi con le AWP siamo partiti da un’imposta Preu del 13,50% e siamo arrivati al 24%. Con le VLT siamo partiti dal 2% e siamo arrivati all’8,60%. Tutto questo si traduce in un imponibile delle AWP del 68,6% e delle VLT che supera il 50%. Se consideriamo anche il costo rete arriviamo al 70%. Oltre a questa tassazione lavoriamo con i problemi post pandemici, le limitazioni territoriali e le campagne di stampa, che ci accomunano alle mafie da combattere”.
Lo ha detto Massimiliano Pucci (in foto), Presidente di As.Tro, intervenendo al Webinar “Il futuro del settore dei giochi tra innovazione di mercato e politiche fiscali”, organizzato da I-Com – Istituto per la Competitività in collaborazione con IGT.
“Oggi il prodotto che noi mettiamo a terra è vecchio, ma è chiaro che con una tassazione così alta è impossibile ragionare su nuovi investimenti. La legalità – ha evidenziato Pucci – deve convenire al cittadino. Stiamo affongado con queste tasse fuori controllo, non riceviamo nessun aiuto, neanche la presenza dello Stato sui territori. Tutto questo si sta ripercuotendo sulla raccolta, con le AWP siamo passati dai 30 miliardi del 2010 ai 17 miliardi del 2023, con una previsione di abbassamento di un ulteriore 6%. Con le VLT siamo passati dai 23,6 miliardi del 2019 ai circa 16 miliardi del periodo post-pandemico. Se lo Stato vuole mantenere il comparto fisico in vita e con esso tutti i posti di lavoro, le ingenti entrate erariali e soprattutto una presenza della legalità sul territorio dovrà intervenire anche sull’aspetto fiscale, va rispensato un po’ tutto”.
“Nessuno sa che in questa fase le nostre aziende sono impegnate con le certificazioni di sostenibilità – ha aggiunto Pucci -. Stiamo investendo per lasciare ai nostri figli un Paese migliore. Stiamo mettendo in campo molte iniziative per migliorare il rapporto con il cliente. E’ chiaro che un sistema fiscale maturo e giusto dovrebbe riconoscere una premialità a queste aziende. Il settore ha fatto tanti passi in avanti, ancora non sufficienti perchè manca la presenza del nostro socio di maggioranza, che oggi incassa il 64% a fronte del 36% dell’intera filiera. Il nostro socio di maggioranza, che è lo Stato, dovrebbe spiegare questo aspetto alle proprie diramazioni territoriali, alla popolazione e ai mezzi di informazione. Se si spiegasse che quel 64% che lo Stato incassa dal gioco viene redistribuito a tutti i cittadini, forse si potrebbe iniziare a risolvere il problema reputazionale, dando vita ad una nuova stagione di questo settore”.