“Per quanto riguarda il gioco online, nel biennio 2020 e 2021 si è avuta una crescita straordinaria. Nel 2020 la crescita è stata del 45% e nel 2021 la spesa è aumentata di quasi il 40%”. Lo ha detto Andrea Vavolo (in foto), ricercatore della CGIA Mestre, intervenendo a Roma all’evento organizzato da As.Tro per la presentazione dello “Studio sul settore dei giochi in Italia 2023 – Focus su apparecchi con vincita in denaro e online”, realizzato dalla CGIA Mestre.
“Nel corso degli anni è cresciuto il tasso di incidenza della spesa on line sulla spesa totale del gioco lecito, passando da poco più del 4% nel periodo 2012-2015 al 21,2% nel 2023. Nel biennio 2020-2021 il gioco on line ha visto quasi raddoppiare la propria raccolta rispetto al 2019 (+84,6%) con un aumento di oltre 30 miliardi di euro. L’incidenza del gioco on line sul totale della raccolta del gioco lecito è significativamente aumentata, passando dal 33% nel 2019 (ultimo anno prima della crisi economico/sanitaria) al 56% nel 2023, 2° anno di ritorno alla normalità. Il superamento del gioco on line rispetto a quello su rete fisica avvenuto nel 2020 e proseguito nel 2021 è senza dubbio frutto delle limitazioni che le attività sul territorio hanno subito; per cui il picco nell’ incidenza del volume del gioco on line sul totale pari al 60% (dato riferito al 2021) si è ridotto in concomitanza all’apertura continuata e allo sparire delle limitazioni COVID. Nel post pandemia, si conferma la supremazia della raccolta on line rispetto a quella fisica, il gioco fisico ha recuperato solo parzialmente il gap subito a seguito delle chiusure sanitarie e cresce nel 2023 a ritmi inferiori (+3%) a quelli del on line (+13%), di conseguenza l’incidenza del gioco on line sul totale ha raggiunto nel 2023 il 56% e la raccolta dell’on line supera di 17 miliardi quella fisica. Le slot online sono la tipologia di gioco che è cresciuta di più”.
“Con la riforma del gioco online – ha evidenziato Vavolo – si può prevedere una rilevante riduzione del numero dei concessionari. Pur non essendo previsto un limite massimo di concessioni rilasciabili con il nuovo bando, è evidente che l’elevata una tantum (7 milioni di euro) ne limiterà il numero. Si deve considera che l’80% della raccolta e l’85% della spesa sono riconducibili a sole 18 concessioni, in grado di realizzare volumi di spesa (raccolta meno vincite) superiori a 50 milioni di euro. Numerosità che arriva a 30 se si considerano le concessioni con volumi di spesa a partire da 20 milioni annui. Le rimanenti 56 concessioni si collocano al di sotto di questa soglia e insieme realizzano il 5,5% della spesa e il 6,3% della raccolta. Per i titolari di queste concessioni l’importo dell’una tantum con molta probabilità sarà troppo elevato per rinnovare la concessione e quindi uscirà dal mercato. Ipotesi questa che trova conferma nella relazione tecnica al provvedimento che stima il gettito ottenibile basandosi su una previsione di 50 concessioni”.
“Una ulteriore riduzione della filiera si avrà anche a seguito della regolamentazione dei Punti di vendita ricarica che molto probabilmente saranno destinati a dimezzare passando da 60-50 mila (cifra stimata negli stessi atti parlamentari) a 30 mila (cifra che si trova nella relazione tecnica). Infine sono destinati a sparire i gestori indipendenti di siti web per conto dei concessionari (skin)”, ha concluso Vavolo.