“Oggi presenteremo il nuovo lavoro della CGIA Mestre, che è il prodotto di un rapporto di collaborazione per elaborare analisi su questo settore. Un rapporto che è iniziato nel 2019 e che quest’anno è stato rinnovato. L’obiettivo è stato sin dall’inizio quello di scattare una fotografia di questo settore. Il nostro punto di partenza è la consapevolezza che il dibattito pubblico sul gioco scontasse troppo spesso la carenza, se non addirittura l’assenza, di dati oggettivi, di numeri reali, e fosse invece permeato anche troppo spesso da una componente ideologica, a volte anche con intenti propagandistici, che proprio perché non corroborati da dati scientifici, da numeri certi, non hanno fatto altro che alimentare e amplificare un’idea negativa di gioco, generando misure a volte frutto di punti di vista, di percezione. Probabilmente, noi siamo stati il primo esempio di una sorta di legislazione per percezioni, passatemi questo neologismo. Parliamo di una nuova tecnica di redazione normativa basata su sensazioni, sul sentito dire, sulle percezioni, e questo non ha fatto altro che produrre risposte istintive, quasi di pancia, a volte propagandistiche che non hanno di certo portato ai risultati sperati. In realtà, purtroppo, questa è una tendenza che inizia a diffondersi in molte società moderne. Trattare e regolamentare fenomeni complessi, quindi gran parte delle volte anche delicati, in maniera semplicistica, senza nessun approfondimento, senza nessuna analisi, senza nessun confronto, non va assolutamente bene”.
Lo ha detto Isabella Rusciano (in foto), avvocato di As.Tro, intervenendo a Roma all’evento organizzato da As.Tro per la presentazione dello “Studio sul settore dei giochi in Italia 2023 – Focus su apparecchi con vincita in denaro e online”, realizzato dalla CGIA Mestre.
“Ecco quindi che con il report della CGIA Mestre, a partire dalla sua prima edizione, anche e soprattutto per la metodologia e l’approccio scientifico con cui viene portato avanti, si è cercato di formare un contributo utile al dibattito pubblico sul gioco. E per certi versi – ha aggiunto Rusciano -, questo report è diventato un vero e proprio strumento di difesa a disposizione del legislatore. Strumento oggi essenziale, quasi indispensabile”.
“Noi facciamo molto affidamento su ADM. Quello che è accaduto nel settore, soprattutto negli ultimi anni, è stata una sorta di messa in scena. Quando ci hanno detto che il disturbo dal gioco d’azzardo poteva essere fronteggiato, poteva essere contrastato con i distanziometri, in qualche modo abbiamo anche assecondato quest’idea. Ci siamo detti: vediamo se queste misure funzionano, vediamo dove portano. Poi abbiamo letto di ordinanze orarie che consentivano il gioco soltanto durante il giorno o lo consentivano soltanto in uno spazio notturno. A quel punto – ha evidenziato Rusciano -, non si poteva più credere a questa storia e il patto si è rotto. Probabilmente, gli operatori sanitari avrebbero più bisogno di consultare delle banche dati che contengono dei numeri reali sulle dipendenze, oggi inesistenti in Italia. I problemi, se esistono, si risolvono con il confronto, non con la contrapposizione. Se il gioco è un problema, deve emergere dai numeri. E allora sì, si può anche pensare di abolirlo. Ma se i contrappesi del gioco valgono positivamente in termini erariali, di legalità e occupazione, allora no, il settore non si può eliminare. Il lavoro della CGIA Mestre riveste una valenza essenziale, mostra infatti che il comparto del gioco legale non è una piaga da debellare. Non solo, i numeri fornti evidenziano chiaramente che possiamo fare parte del sistema Paese a pieno titolo”.