In attesa di conoscere i provvedimenti di riordino del gioco pubblico in Italia, abbiamo intervistato Francesco Papallo, Direttore Regionale di Altenar, per esplorare la situazione del mercato e ipotizzare prospettive per opportunità future nei due diversi canali di vendita: quello online e quello in presenza.
Qual è la sua opinione attuale sull’Italia? È ancora il secondo mercato d’Europa?
L’Italia vanta uno dei mercati di scommesse più grandi e sviluppati d’Europa, con una popolazione entusiasta che ama scommettere sugli sport e un Governo che riconosce sempre più l’importanza dell’iGaming. In effetti, il mercato italiano dei giochi e delle scommesse online detiene attualmente la seconda posizione più grande in Europa. La crescita del mercato iGaming del continente, guidata dalle restrizioni indotte dalla pandemia sul gioco d’azzardo tradizionale, è stata significativa. Sebbene la situazione vari tra i paesi europei a causa delle diverse legislazioni, l’Italia si distingue come attore di primo piano nel campo delle scommesse sportive e dei giochi online. Nel 2022, il governo italiano ha raccolto 10,3 miliardi di euro dal settore del gioco d’azzardo, segnando un aumento del 22% rispetto all’anno precedente. Gli scommettitori italiani, invece, hanno speso quasi 20 miliardi di euro tra scommesse, gratta e vinci, poker e casinò online.
Il settore online ha guidato la ripresa post-pandemia, con la spesa per poker, scommesse e casinò online che è passata da 969 milioni di euro nel 2019 a 3,7 miliardi di euro nel 2022, con un aumento dell’89%. Il mercato delle scommesse in Italia ha registrato un’ulteriore crescita nel 2023 e il Governo sta valutando la possibilità di apportare alcune modifiche alle normative sulle licenze per garantire stabilità futura agli operatori e rendere più facile la navigazione nel mercato online.
Quali sono le caratteristiche che rendono unico il mercato italiano?
Il gioco d’azzardo, le scommesse e le lotterie sono regolamentati in Italia e i fornitori devono acquisire una licenza per operare, certificando ogni prodotto individualmente. I fornitori e gli operatori di scommesse sportive devono rispettare misure rigorose che possono rendere proibitivo per alcuni operare sul mercato. Questi requisiti sono ciò che rende il mercato italiano diverso e unico.
Un’altra caratteristica importante è la differenza tra vendita al dettaglio e online. Storicamente, il mercato al dettaglio a livello mondiale ha sempre prodotto maggiori volumi e l’Italia non fa eccezione. Tuttavia, negli ultimi anni, la situazione è cambiata poiché gli scommettitori adottano sempre più nuove tecnologie e il mercato online sta crescendo rapidamente.
Nel Regno Unito c’è una differenza significativa nei prezzi/quote nei negozi di scommesse (al dettaglio) rispetto a quelli online con le quote online che risultano migliori. È lo stesso caso in Italia e questo influenza le abitudini di scommessa?
Come per altri mercati globali, il player online italiano è difficile da raggiungere visti i numerosi siti Web disponibili. C’è meno fedeltà dei clienti e quindi maggiore concorrenza, quindi è probabile che anche le quote siano migliori online, come nel Regno Unito. Il commercio al dettaglio richiede una conoscenza più approfondita del territorio locale ed è più probabile che la competizione resta tra negozi locali, con una diversa demografia di scommettitori.
Migliori quote online possono influenzare le abitudini di scommessa poiché gli scommettitori sono in grado di puntare una scommessa con un semplice clic, rendendo l’accesso molto più semplice e allettante.
Guardando al mercato italiano online possiamo vedere che i 4 gruppi più grandi (Lottomatica + GoldBet / Snai / Sisal / Bet365) occupano una parte significativa del mercato, credi che manterranno la loro presa sul mercato negli anni a venire?
È bene precisare che in Italia esistono due tipologie di business: uno svolto prettamente da operatori con una forte presenza nel mercato italiano delle scommesse, l’altro da operatori che hanno creato un business fatto sulla rete del proprio brand che a sua volta genera anche una parte enorme del fatturato del settore delle scommesse in Italia.
Recentemente, il Governo ha discusso del rilascio di licenze a prezzi più alti rispetto a qualche anno fa per eliminare potenzialmente la presenza di marchi o skin. Se ciò accadesse, una parte significativa del mercato si sposterebbe altrove.
Considerando le attuali restrizioni normative in Italia per il marketing, ecc., può parlarci della situazione attuale e delle prospettive?
La normativa attuale impone il divieto di pubblicità alle società di gioco e scommesse, anche se legali e titolari di regolare licenza. Tuttavia, casi recenti hanno dimostrato che la mancanza di conoscenza di questo regolamento tra gli scommettitori ha portato alcuni a rivolgersi a siti non autorizzati. È possibile che con una migliore informazione su quali operatori sono autorizzati ad operare in Italia, e un migliore marketing, si possa ridurre il numero di siti illegali visitati dai giocatori. In prospettiva futura, speriamo che questa esperienza possa cambiare l’attuale normativa sul gioco in Italia.
In che misura le restrizioni pubblicitarie impediscono ai marchi più piccoli di emergere/aumentare la notorietà/espandersi?
Il marketing per i nuovi operatori e le start-up è essenziale. Senza questo, anche le startup più innovative faticheranno ad entrare e operare con successo nel mercato italiano, e ciò non può che essere negativo per l’industria del gioco italiana.
Ultimo ma non meno importante – prospettive per il 2025 – quanto vede evolvere/cambiare il mercato nei prossimi due anni? Vedremo uno spostamento maggiore dall’offline all’online?
Le prospettive per l’industria dei giochi in Italia tra due anni mostrano un calo significativo dei siti e delle skin di gioco, e questo è già chiaro. Tuttavia i ricavi incassati non diminuiranno perché il mercato italiano ha un forte senso di innovazione e continua a ricercare tecnologie emergenti e ad attrarre nuovi player.