Umberto Rapetto: ‘Le slot? Tutto da rifare, dovrebbe produrle lo Stato’
Leggendo qualche giorno fa una sua intervista a Vita.it, ho fatto alcune riflessioni dettate principalmente dall’esperienza maturata sul campo.
Vede Col. Rapetto ( mi permetta ancora l’uso del grado), Lei senz’altro è tra le massime autorità in materia, forse la più importante dal mio punto di vista e non solo. Se una persona riesce a creare un organismo come il GAT e governarlo per undici anni , chapeau!
Concordo pienamente quando Lei sostiene che il conflitto tra etica e ragion di Stato , è il mare nostrum della confusione più assoluta, perché compito dello Stato sarebbe quello di tutelare tutti senza remore ne pregiudizi. L’immagine di Clemente XII per cui , “è meglio controllare il male minore del gioco ma garantire un introito certo all’Erario”, la dice lunga sul fatto che lo Stato abbia i suoi evidenti interessi, da cui discende la sua unica e piena responsabilità di tutto. Ma andiamo per ordine. Lei si stupisce di come mai, i mezzi di informazione si occupino di questo problema “solo da poco, dopo ampi e acclarati disastri”, ma non sarà per caso che si è passato da un gioco tutto sommato moderato che Lei lo definisce “gioco d’azzardo tutto sommato domestico”, ad un gioco che lo stesso Stato ha esasperato oltre misura? Si perché bisogna essere onesti e soprattutto obbiettivi, chi a voluto le estrazioni dei concorsi tre volte a settimana? Chi ha voluto i Gratta e vinci da 20 euro? Chi ha voluto il costo partita delle Newslot, dagli originari 0,50 cent ad 1,00 euro? Chi ha voluto le VLT, dove i giocatori si stanno letteralmente massacrando e che hanno dato il via alla scintilla della ludopatia in modo così virulenta, mentre prima non si conosceva a questi livelli ? Credo ci sia un solo responsabile: lo Stato.
Passiamo alla criminalità organizzata. Lei sostiene che “il crimine organizzato ha messo il colletto bianco e nulla gli impedisce di mettere su una Spa, avendo al loro interno anche persone di grandissime capacità, ma che determinate doti però vengano indirizzate per obbiettivi tutt’altro che umanitari o sociali” e qui Le riconosco l’osservazione che “lo Stato ha fatto molto poco” e allo stesso momento però non capisco perché sembra giustificarlo quando “adduce ovviamente ragioni di cassa”. A questo punto non comprendo il senso della “tassa sulla morte”. Cosa centra un fatto naturale con un fenomeno fatto e gestito da uomini.
Veniamo ora alla parte che più mi sta a cuore. Lei sostiene che “grazie alla miniaturizzazione, la tecnologia consente ad uno strumento di ridottissimo ingombro, di svolgere la funzione di dieci cose più grandi , tutte esistenti all’interno di un medesimo contenitore“, su questo punto mi perdo e non capisco, ma sulla realtà che “la macchina non può essere sigillata perché necessiterà certamente di manutenzione“ è lapalissiano. Alla domanda del “cosa comporta ciò”, nella sua risposta insinua “la possibilità di regolare la possibilità di vincita” e mi permetta di esprimere tutta la mia contrarietà, in quanto non essendo al bar o in una chiacchierata tra vecchi amici bensì all’interno di una dichiarazione pubblica, la ritengo di una gravità estrema. Si rende conto che ciò, può innescare situazioni di estremo pericolo per gli operatori che lavorano a contatto diretto di un pubblico sempre più inferocito grazie alle costanti campagne stampa di demonizzazione di un solo comparto del gioco pubblico? Cioè quello delle slot nei bar! Poi ammette candidamente che “quasi nessuno sarebbe in grado di fare un controllo che ne determini il funzionamento solo sulla scheda omologata“. Alla domanda successiva, forse potrebbe esserci qualcosa di valido e non minimizzerei le azioni che potrebbero esercitare le autorità locali. Se invece di una rete, ripensassimo il tutto come il modello Spagna? Forse non sarà la soluzione ma senz’altro potrebbe essere un incipit di un nuovo modo di ripensare il tutto. Comunque Le rammento due dati ufficiali. Primo: nel 2011 sono stati fatti sequestri su AWP pari allo 0,46% delle slot installate su tutto il territorio nazionale, (dati ufficiali dei Monopoli di Stato). Secondo: da un ANSA che riportava un indagine effettuata dalla GdF nei primi 6 mesi del 2012 nei confronti di distributori di carburante, risultava esserne irregolari il 15%. Salta agli occhi un fatto incontrovertibile. Come mai ad un fenomeno di tali dimensioni e che soprattutto investe la quasi totalità della popolazione, non viene dato lo stesso se non maggior risalto delle slot irregolari, che percentualmente sono infinitamente inferiori ai distributori di carburante irregolari?
Ora arriviamo al punto in cui mi trova assolutamente in disaccordo con Lei e cioè “farei in modo che le macchinette venissero prodotte dello Stato”. Tralasciando l’aspetto occupazionale che potrebbe essere avversato dalla tesi che comunque sarebbe lo Stato a creare occupazione, mi chiedo però perché le attuali aziende dovrebbero chiudere . Dov’è la razionalità ? Ma andiamo avanti. Seguendo questo principio se tutte le apparecchiature di qualsiasi esse siano, dovessero creare problemi sociali, prendiamo gli incidenti automobilistici e di conseguenza dovessero essere prodotte dallo Stato, sarebbe di fatto un ritorno al Soviet Supremo. A questo punto l’osservazione più evidente che salta fuori, è che la vera essenza di tutte le politiche degli ultimi anni è una sola, LO STATO UBER ALLES ! Violando i più semplici dettami della nostra Costituzione che vede la nostra Nazione fondata sul lavoro. Non è scritto da nessuna parte che siamo sudditi, anche se ormai lo siamo di fatto. Ci troveremo e forse già lo siamo, di fronte a uno Stato che invece di fare il regolatore fa il produttore. Sul punto di Bartali sono d’accordo, la questione è da dove ricominciare e soprattutto chi deve partecipare al rifacimento. Sul secondo livello di manutenzione, guarda caso, sembra scontato che le VLT rispondano perfettamente ai requisiti da Lei indicati.
Concludendo Col. Rapetto, è solo questione di punti di vista e credo tutto sia in questi termini, si vuole risolvere il problema oppure no? Vede, credo che guardare la realtà da molto in alto abbia i suoi indubbi vantaggi, perché permette una visione d’insieme più ampia possibile ma siccome ogni medaglia ha sempre avuto un rovescio, i particolari non si notano e i particolari a volte sono dannosi oltre ogni aspettativa. Per esplicitare il concetto appena espresso con la realtà, Le porto l’esempio dell’indagine della commissione d’inchiesta della NASA sul disastro dello shuttle Columbia. È stato accertato che lo shuttle Columbia sia esploso per il cedimento di una guarnizione di un serbatoio, dall’irrisorio costo di mezzo dollaro. Se si vuole andare veramente al cuore del problema e rimettere la nave sulla giusta rotta, bisogna promuovere la parte sana del settore, quello che ha permesso la nascita di questa pianta che ha dato rigogliosi frutti in primis ed esclusivamente, allo Stato . Che poi i rami secchi e malati debbano essere tagliati, siamo tutti d’accordo, ma attenzione a non tagliare anche quelli sani, perché se seguire la legalità porta a morire le aziende di gestione, inevitabilmente si perseguiranno altre strade, solamente perché esiste una legge non scritta ma universale, la legge della sopravvivenza! Perciò Colonnello, esordire con il titolo “ Le slot ? Facile taroccarle, dovrebbe produrle lo Stato”, dal mio punto di vista credo sia una non soluzione.
Franco Masini