Nel corso di un Webinar, è stata presentata oggi la ricerca “Il futuro del settore dei giochi tra innovazione di mercato e politiche fiscali” redatta da I-Com – Istituto per la Competitività in collaborazione con IGT.
“Complessivamente, – si legge nella ricerca – dall’analisi della fiscalità nel settore dei giochi pubblici emerge un quadro non solo caratterizzato da una significativa disomogeneità normativa rispetto ai singoli prodotti, ma anche da interventi di modifica delle aliquote o delle forme di prelievo erariale che negli anni scorsi hanno determinato una forte incertezza per operatori e giocatori. Oltre al già menzionato fenomeno, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un costante ricorso allo strumento delle proroghe delle concessioni, dapprima in fase emergenziale pandemica sono state necessarie per garantire la stabilità del settore, oggi risultano comunque necessarie alla luce del mancato riordino territoriale precedentemente discusso. Tale scelta risulta apprezzabile nella misura in cui si garantisce l’esercizio dei diritti dei prodotti di giochi a fronte di specifiche risorse decise annualmente, che sono quindi sostitutive di iniziative normative fiscali che hanno spesso indebolito il mercato e determinato spostamenti della domanda sull’illegale.
Al contempo, il ricorso sistematico all’istituto della proroga è avvenuto in assenza di un accordo politico che fornisse una prospettive e certezze al settore, impedendo la celebrazione delle gare necessarie per garantire investimenti e innovazioni finalizzati alla tutela del giocatore e al contrasto al gioco illegale. Il rischio, oggi, è pertanto quello di far diventare questi strumenti delle barriere all’entrata per nuovi operatori, oltre che determinare nei fatti una progressiva riduzione dell’interesse del mercato nei confronti di prodotti obsoleti e poco competitivi. Infine, con il protrarsi delle proroghe si evidenzia il rischio di aprire un possibile fronte con l’Unione Europea, a causa di una possibile “balnearizzazione” del settore.
Infine, è giusto ricordare che le concessioni nell’ambito del settore dei giochi sono per natura lunghe (novennali) al fine di garantire l’ammortamento dei costi e ritorni sugli onerosi investimenti. Le recenti proroghe, oltre che quelle attualmente in discussione per la futura legge di bilancio, determinano un allungamento delle suddette ben oltre la durata novennale, arrivando in taluni casi fin quasi al doppio della durata originaria. Questo implica un effetto di riduzione del valore delle concessioni stesse, oltre che conseguenze negative per gli investitori e per l’erario.
In vista e in attesa di un complessivo riordino dell’intero comparto, è auspicabile che il legislatore tenga conto degli effetti derivanti dalle proroghe concessorie anche al fine di definire un nuovo quadro fiscale orientato all’incremento delle finanze pubbliche, alla stabilità regolatoria e quindi ad un’attualizzazione idonea del valore dei diritti delle concessioni da mettere a gara.
Per i motivi discussi, risulta dunque apprezzabile la scelta dell’esecutivo di procedere a nuove proroghe, purché queste siano funzionali alla conclusione di un accordo tra Stato, Regioni e Comuni da raggiungere entro il 2025, così da rendere possibile la celebrazione delle nuove gare per le concessioni del gioco pubblico”.