“Il mercato italiano è basato su tre pilastri, il contrasto del mercato illegale, la protezione del consumatore e la protezione del mercato. Dobbiamo ricordare che la maggior parte della crescita del mercato negli ultimi 20 anni viene dal mercato nero. È anche importante ricordare che dal punto di vista del mercato, dal punto di vista del business, la vendita del gambling in Italia è sotto un sistema di concessione. Concessione significa che c’è un contratto tra l’operatore e lo Stato, sulla base di una norma del 1948 in cui si vieta allo Stato di vendere il gambling. È abbastanza impossibile per lo Stato vendere il gambling diretto, e da questo prende il via il sistema di concessione. Negli ultimi 20 anni c’è stato un cambiamento delle priorità della politica. Inizialmente l’obiettivo era il contrasto all’illegalità, poi si è passati alla protezione del mercato e dei consumatori. Dal 2012 la protezione del consumatore è aumentata molto, anche se dal nostro punto di vista non è ancora totalmente riuscita. Non sono un ricercatore epidemiologico, ma sono un analista storico, vorrei precisarlo. Se consideriamo l’estensione del mercato, abbiamo pochi dati sui consumatori e sui giocatori.
Possiamo dire di avere più di 20 milioni di persone che giocano in Italia ogni anno. Almeno il 10% sono persone su cui dobbiamo concentrarci, vanno messe fuori dal gioco o contattate, protette e aiutate a non giocare in modo compulsivo”.
Lo ha detto Emmanuele Cangianelli (in foto), presidente di Egp-Fipe, intervenendo a Roma nell’ambito dell’European conference on gambling studies and policy issues, in corso dal 10 al 13 settembre presso il Lifestyle Hotel Rome, durante la sessione intitolata “20 years of Italian regulated gambling: lessons learned for legal market and consumer protection”.
“Abbiamo più di 85.000 punti vendita di gioco diversi in base alla tipologia di concessione. Oltre a questo, abbiamo più di 50.000 punti vendita specializzati – ha aggiunto Cangianelli -. Dobbiamo anche considerare che abbiamo più di 8 milioni di account online attivi, senza tenere conto di quelli illegali. Abbiamo anche un mercato con più di 4 milioni di giocatori online, dati reali forniti dall’ADM”.
E ancora: “Consideriamo che nel 2017 il numero di punti vendita con macchine da gioco era superiore del 35%. Quindi c’è stata una forte riduzione negli ultimi 6-7 anni. Più di 20,7 miliardi sono invece la somma spesa annualmente per il gioco (GGR). Di 20,7 miliardi, 11,7 miliardi sono destinati alle tasse. Quindi il margine operativo reale, del concessionaria e del singolo punto vendita, è di circa 10 miliardi di euro. C’è stata una forte crescita nella prima fase, poi una decrescita della spesa nel periodo COVID, dal 2020 al 2021. L’anno scorso è stato, anche considerando i ricavi lordi da gioco, il punto di maggior ricavo per il mercato legale. C’è stata una continua crescita del gioco d’azzardo online che ormai rappresenta costantemente oltre il 20% delle entrate totali da gioco. Il top delle entrate proviene dalle macchine da gioco, più del 20%, ma il gioco a distanza sta conquistando sempre più terreno”.
“In relazione alla forte riduzione dei punti vendita e all’importante aumento delle tasse sulle macchine da gioco – ha detto ancora Cangianelli -, abbiamo registrato un deciso spostamento del gioco delle slot machine dai bar all’online. Considerando anche che quasi un terzo delle ricariche dei conti di gioco avviene in contanti, stimiamo che una buona parte del gioco online sia effettuata fisicamente dai consumatori nei punti vendita fisici. È una sorta di gioco digitale a distanza, probabilmente legato alla riduzione delle slot machine nei bar. Dobbiamo considerare anche le differenze di payout, il prezzo del gioco. Questo è il motivo della forte crescita dell’online. Il payout in media l’anno scorso è stato del 94,7% per tutti i giochi a distanza e ancora più alto solo per le slot online. Il gioco d’azzardo a distanza, le dot-com e le scommesse rappresentano più dell’80% del mercato nero illegale. In generale, consideriamo funzionanti la canalizzazione del mercato e il controllo consistente del riciclaggio di denaro, e abbiamo visto che il filtro all’accesso al gioco è una soluzione su cui lavorare. Quello che non funziona sono i limiti di distanza o gli orari limitati, con l’online è infatti del tutto impossibile impedire alle persone di giocare nei bar, magari agli stessi giochi, gli basta utilizzare uno smartphone. Non sono una carta d’accesso o un documento d’identità che possono rappresentare la soluzione. Stiamo cercando di trovare, di estrarre dati sui giocatori. È importante estrarre dati, non dati nominativi, dai giocatori, dalla loro attività di gioco. Potrebbe aiutare a capire dove c’è la dipendenza dal gioco d’azzardo. Inoltre, spingiamo per la creazione di un registro di autoesclusione nel settore retail, soprattutto nei locali dedicati. Come abbiamo visto durante il COVID, il Green Pass ha funzionato abbastanza bene nel fermare le persone. Questo potrebbe essere utile anche per contrastare il gioco d’azzardo minorile. Questo è il nostro lavoro, siamo fortemente convinti che i luoghi in cui l’industria, gli operatori sociali e sanitari e l’autorità di regolamentazione si scambiano opinioni e dati rappresentino la soluzione per avere un mercato meglio regolamentato”, ha concluso Cangianelli.
Sono quindi state mostrate alcune slide, che hanno evidenziato quanto segue:
- Nella classe di età 18-84 anni, un approccio ad alto rischio verso il gioco d’azzardo è stimabile intorno all’1,7% degli italiani residenti (circa 800mila persone). I giocatori sociali non compulsivi, nell stessa classe di età, sono stimabili approssimativamente intorno ai 19,7 milioni, su un totale di giocatori (anno 2022) di circa 20,5 milioni (circa 4,1 milioni giocano online). Il numero di giocatori d’azzardo di età compresa tra i 15 e i 19 anni è stimabile in circa 1,3 milioni, con circa 70mila giovani giocatori problematici. Pertanto, il gioco d’azzardo consapevole e i divieti di gioco per i minorenni hanno come obiettivo quello di allontanare oltre 2 milioni di persone dall’accesso al gioco d’azzardo.
- I punti di accesso ai giochi regolamentati (per concessione) sono poco più di 85.000 (meno di 11.000 sono sale da gioco dedicate). Molti punti hanno un’offerta di gioco multipla, tipicamente le gaming hall (apparecchi da gioco, scommesse, bingo) o i tabaccai/centri scommesse (lotterie e giochi numerici). I gratta e vinci sono venduti anche in attività commerciali, essendo l’offerta di gioco più ampia. Negli ultimi anni, i servizi di ricarica dei conti di gioco online (PVR) si sono diffusi molto rapidamente, coprendo più della metà del totale dei punti di vendita. Tuttavia, il mercato dei PVR genera frequentemente gioco online irregolare o illegale basato sul pagamento in contanti, andando a sostituire gli apparecchi da gioco o l’offerta di scommesse nei punti fisici.