Dal Comitato Lega Ippica Italiana un appello disperato: ‘Lo Stato paghi ciò che deve pagare’

(Jamma) Il Comitato Lega Ippica Italiana lancia un appello disperato affinchè lo Stato si attivi e paghi ciò che deve pagare. “Lo stato di agitazione, a quanto pare, prosegue, ma il momento è talmente drammatico – si legge nel comunicato della Lega Ippica Italiana – che ogni decisione presa ha la sua controindicazione. Dare i partenti e allargare la “buca” sperando che lo Stato finalmente si dia una mossa e paghi ciò che deve pagare. Interrompere l’attività e dare luogo a manifestazioni anche eclatanti per ottenere ciò che ci spetta? Già, ma fermarsi, ha detto qualcuno, è controproducente. Le tesi sono svariate e, detto francamente, tutti hanno la loro parte di ragione. Non va dimenticato, e questo lo sottolineiamo all’attenzione di chi ci governa, che questi sono tempi durissimi, nei quali la gente, ormai disperata, si toglie anche la vita, come è successo al “nostro” povero Mauro Vezzani, e come è successo anche ad Ercolano, dove un commerciante di fiori si è dato fuoco in Comune e poi si è suicidato gettandosi dalla finestra. Noi non vogliamo tutto questo e, vogliamo precisarlo, il raccontarlo non vuole essere né uno sprone per qualcuno, né una minaccia per qualcun altro. Vogliamo solo mettere in evidenza le cose come stanno: chi lavora da mesi senza percepire un centesimo non ce la fa più, è fisicamente e moralmente distrutto e può dare vita ad azioni che potrebbero risultare incontrollabili.

In questa ippica noi, da oltre un anno, stiamo lavorando per un futuro migliore, ci siamo ritagliati un ruolo che riteniamo possa essere anche importante e ci aspettiamo che il Governo continui a tenerci nel conto delle realtà che possono dare un contributo efficace e realistico alla riforma del settore, al di là delle sigle e dei nomi di Associazioni e personaggi che continuano a farne solo una questione di visibilità senza offrire soluzioni plausibili e coerenti con la realtà del momento che sta vivendo il nostro Paese. Per questo sentiamo anche il dovere di denunciare una situazione che non è più tollerabile da nessuno.

Signori del Governo, prendete atto di ciò, sappiate che la responsabilità è solo vostra e cercate di porre rimedio a quella che rappresenta una delle più grosse ingiustizie mai perpetrate dallo Stato Italiano nella sua storia. Gli uomini, le donne, le famiglie che hanno lavorato devono  ricevere ciò che spetta loro e voi  avete la responsabilità di fare in modo che ciò avvenga per i lavoratori dell’ippica così come per tutti i lavoratori dei settori in crisi che stanno affondando con il nostro Paese. Inutile stare a raccontare tutto quanto viene detto nelle nostre riunioni, ma vi assicuriamo che ascoltiamo idee al limite della follia, una follia che noi non condividiamo ma non siamo in grado di riportare a  ragione.

Di ciò, però, sentiamo il dovere di farci portavoce: fermate questa follia e date a chi ha lavorato per mesi ciò che spetta. Trovate la formula, ma fatelo, e anche più velocemente di quanto avvenuto sinora. Perché attualmente la disperazione è ben al di sopra del livello di guardia.

Gli uomini e le donne dell’ippica, e con loro i cavalli, non possono più aspettare.