“Il gioco è una cosa bellissima, nessuno vuole demonizzarlo. La maggior parte degli italiani gioca per diletto. Bisogna ovviamente guardare anche a chi si ammala. La persona dipendente è una persona che reitera un comportamento nonostante il danno che questo gli crea. Il gioco patologico? Nessuno è immune da questa malattia, tutti ci possono cadere. Al contrario del fumatore, il giocatore d’azzardo patologico è come un sasso lanciato nello stagno, il danno si propaga agli affetti, alla rete sociale, fino ai datori di lavoro. Non esiste gioco responsabile per un ammalato di dipendenza. Il danno sul sistema sanitario nazionale è molto più grande della quantità di persone malate. Al telefono verde non ci chiamano i giocatori, ma i familiari disperati. Il giocatore d’azzardo problematico cade molto spesso nell’usura e anche il disturbo da gioco d’azzardo porta nell’illegalità. Nel 2018, tramite una ricerca, abbiamo visto che il gioco online espone al doppio delle probabilità di diventare problematici. Il gioco online è un problema nel problema”.
Lo ha detto il primo ricercatore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità, Claudia Mortali, durante la sessione dedicata al settore giochi dal titolo “La riforma dei giochi pubblici tra esigenze di bilancio, tutela della salute e salvaguardia del comparto economico”, nell’ambito degli Stati Generali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in corso a Roma.
