Sicilia. Iabichella (Confsal): ‘La Sicilia non necessita dell’apertura di casinò’

(Jamma) “Anacronistica, inutile e fuori luogo, l’affermazione dell’Assessore Stancheris, che si è espressa favorevolmente per la riapertura dei casinò in Sicilia.”  Dura replica del Segretario Provinciale della federazione del turismo della Confsal, Giorgio Iabichella.
“Mentre in Emilia Romagna apre Pluto (una casa di recupero per i giocatori incalliti) in Sicilia si pensa ad incentivare il gioco ipotizzando l’apertura dei casinò. Siamo alla frutta.”
“Ci sono 3 milioni di italiani (di cui un milione classificato come “patologico”) che ogni giorno bruciano la propria vita davanti alle slot, i gratta e vinci ed il gioco on-line e quindi, secondo la Stancheris, dovremmo evitare di affermare che il gioco e’ pericoloso, consentendo l’apertura di ulteriori possibilità per intraprendere il gioco d’azzardo.” “Da un recente sondaggio pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” si evince, tra l’altro, che tutti i casinò sono in perdita”
“Ma di cosa stiamo parlando? Contesta Iabichella. Vogliamo aprire un casinò per far guadagnare chi?”
“Mi sorge il dubbio – continua Iabichella – che l’Assessore regionale non conosce bene la nostra terra, non ha idea di quanti e quali beni architettonici e monumentali la nostra Sicilia possiede, disconosce le infinite tradizioni folkloristiche siciliane, o magari trascorre l’estate all’estero anziché in una delle favolose spiagge siciliane, e forse, ancora, non ha mai assaggiato il panino “ca meusa”, piuttosto che le “mpanatigghie”, o una delle innumerevoli specialità gastronomiche siciliane.”
“La Sicilia non necessita dell’apertura di “case da gioco” per creare nuovi afflussi o far girare l’economia, ma – prosegue Iabichella – basterebbe incentivare il turismo gia’ avviato in ogni angolo della Sicilia, concedendo liquidità agli operatori e investendo in pubblicità internazionale. Si pensi, piuttosto, a finanziare le infrastrutture di cui alcune zone della Sicilia sono povere (vedi la provincia Iblea) ed a migliorare la rete dei servizi, piuttosto che pensare ai casinò.“
“Si reperiscano i fondi – conclude il segretario della Fesica Confsal ragusana – per aiutare le famiglie che sono state rovinate dal gioco, incentivando l’apertura di case di recupero per giocatori incalliti.”