Rischia di essere davvero un brutto pasticcio quello della ‘tassa Salvasport‘, ovvero l’utilizzo del fondo istituito nel maggio 2020, alimentato da una tassa dello 0,5% sulle scommesse, e destinato al rilancio del sistema sportivo nazionale.
L’intento del Governo, con quella misura applicata a scommesse fisiche e online, era di contrastare gli effetti economici negativi prodotti sul settore sportivo dagli interventi disposti per il contenimento della diffusione della pandemia da Covid 19. Somme andate a favore delle società sportive dilettantistiche.
Sono bastati però pochi mesi, e qualche controllo sui beneficiati, per capire che c’era qualcosa di strano.
Tanto per cominciare i fondi utilizzati erano due e non uno. Entrambi con le stesse finalità. Ci si potrebbe chiedere quindi il perchè di questa scelta. L’altra perplessità riguarda l’assenza di controllore, di qualcuno cioè preposto alla verifica degli aventi diritto al fondo.
In linea di massima, così, la somma erogata nel corso del 2020-21 è stata di circa 490,14 mln di euro, per un totale di poco meno di 41.400 associazioni sportive dilettantistiche.
Ad accaparrarsi quelle risorse sono state soprattutto le associazioni del Nord Italia, quasi la metà del totale delle beneficiarie per una percentuale simile di somme assegnate ( rispetto a quelle disponibili).
Le Province che hanno ricevuto più contributi a fondo perduto sono quella di Roma, Milano, Napoli e Salerno. Abbastanza normale, si potrebbe dire, se non fosse per alcune ‘stranezze’. E’ il caso della Provincia di Viterbo, con una popolazione di poco più di 300.000 abitanti, 683 associazioni iscritte al Coni. In questa provincia sono finiti oltre 15 milioni di euro e ben 6.243 fondi erogati. Per dirla semplice un numero inferiore di contributi secondo solo a quello della Città metropolitana di Roma.
Da qui la necessità di effettuare dei controlli per capire se ci sono state irregolarità.
Ad occuparsene una commissione istituita all’interno del Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio. Il Dipartimento ha assunto la gestione del Registro Nazionale delle Attività sportive dilettantistiche, e avviato una verifica diretta dei requisiti come il numero di tesserati e l’affiliazione. Per evitatare problemi futuri si è pensato anche alla implementazione di una piattaforma integrata che consentirà di semplificare le procedure tramite, anche, l’incrocio dei dati e l’interoperabilità con altre piattaforme e banche dati.
A settembre si è chiusa la prima fase dei controlli sui primi ottocento beneficiari dei contributi concessi. Si prosegue con beneficiari che non abbiano ancora fornito riscontro o risposte soddisfacenti. Per questo è stata coinvolta la Guardia di Finanza con l’obiettivo di definire un Protocollo di intesa per effettuare controlli e verifiche sul territorio. A oltre due anni da quella norma siamo ancora in questa fase. Fiamme Gialle e informatica per fare chiarezza su un provvedimento che, carte alla mano, si rivela essere solo un problema e un danno per i concessionari di scommesse.