“In questa ricerca ci sono tanti aspetti apprezzabili legati, sia al prestigio della organizzazione che ha portato avanti lo studio, sia alle tecnologie che vengono utilizzate, e anche perché finalmente si analizza il problema alla sua base, cioè dal percorso del cliente”.
Così ha dichiarato Elisabetta Poso, Direttrice ADM Ufficio II ADI, nell’Aula consiliare “Giorgio Fregosi”, Palazzo Valentini a Roma, nel corso della Presentazione della ricerca sul Registro Unico degli Esclusi (R.U.E.) – II fase per il settore del gioco pubblico in Italia – L’autoesclusione nel gioco fisico, curata dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Medicina Traslazionale.
“Poi è molto apprezzabile l’approccio multidisciplinare che cerca di mettere insieme gli approcci sanitari, legali e quelli tecnologici proprio al fine di pervenire all’obiettivo.
E inoltre è veramente apprezzabile anche l’attualità del tema, perché come è stato già ricordato, tratta degli elementi, dei criteri che il legislatore ha inserito nella legge Delega.
Io ho giusto un paio di osservazioni e di considerazioni sul tema della auto esclusione.
Ovviamente qui parliamo di un’auto esclusione che è un po’ diversa da quella del gioco a distanza.
Nel gioco a distanza, l’auto esclusione è una misura presente da 13 anni e insieme ad altre misure di tutela del giocatore, come per esempio la possibilità di introdurre limiti di spesa, il tutto legato ovviamente alla presenza dei conti di gioco e quindi alla rinuncia dell’anonimato da parte del giocatore.
Nel gioco fisico invece abbiamo un altro tipo di tematica, cioè il gioco è anonimo e sappiamo che il mondo del gioco è molto sensibile a questo.
Tanto è che, ad esempio, quando è stato introdotto l’uso nella tessera sanitaria per giocare sulle VLT, semplicemente per la verifica della maggior età, ci sono stati problemi considerevoli, soprattutto all’inizio.
Poi è stato chiarito, anche grazie a tutta la comunicazione fatta, che non si trattava di una misura legata all’acquisizione dei dati del giocatore ma semplicemente al controllo della maggior età.
La ricerca individua delle soluzioni tecnologiche che aiutano allo scopo, però, assolutamente è importante il tema della comunicazione, perché, appunto è fondamentale anche il modo come vengono proposte queste misure”.