“Intervengo in qualitร di presidente dell’associazione antiracket e antiusura Gaetano Giordano, intanto per manifestare un grazie per questo invito”, cosรฌ ha esordito in audizione l’avvocato Attilio Simeone in audizione presso la Commissione Finanze della Camera in relazione allo Schema di riordino del gioco online.
“Le Asl – ha proseguito l’avvocato – danno numeri allarmanti, considerate che dal 2012 al 2015 l’Asl di Bari ha preso in carico minori facendo registrare un +95%. Questo dato si รจ manifestato negli anni successivi tant’รจ vero che in un’indagine che abbiamo fatto direttamente sul territorio pugliese รจ emerso che il 20% dei ragazzi pensa che il gioco d’azzardo sia una forma di guadagno e una fonte di reddito, quindi รจ una forma di lavoro.
Questo ovviamente ci interroga perchรฉ quando troviamo delle famiglie sovraindebitate a causa dell’azzardo, il 90% dei casi quel sovraindebitamento non รจ risolvibile tecnicamente. La famiglia, in questi casi, disperde tutto il patrimonio non solo da un punto di vista di ricchezza ma anche da un punto di vista dell’istruzione dei figli.
Lo schema di decreto parte da un difetto di origine, ad esempio nella relazione illustrativa troviamo scritto che dal 2013 leggi regionali e regolamenti comunali sono stati orientati a contrastare lo sviluppo delle reti fisiche. Nulla di piรน sbagliato, tecnicamente parlando, come conferma la Corte costituzionale con la sentenza 108 del 2017 che รจ stata chiamata proprio a scrutinare la legge della Regione Puglia, “la disposizione ha preminenti finalitร di carattere socio assistenziale non di tipo economico”.
Ma c’รจ di piรน, ad esempio mentre il piano di riordino presentato descrive quasi dettagliatamente il rapporto tra Stato e concessionario, molto lacunoso รจ nel rapporto tra concessionario e giocatore/utente. Da un lato descrive dettagliatamente tutta la filiera, dall’altro, ad esempio in termini di disposizione della sede legale delle societร concessionarie, mi dispiace rilevare che non ci sia un obbligo della sede in Italia. Se un giocatore d’azzardo deve fare causa alla societร concessionaria per un’offerta particolarmente aggressiva o semplicemente per la lesione di quello che รจ il patto contrattuale in fase di sottoscrizione del contratto di gioco, sappiamo tutti che puรฒ risultare complicato andare a “beccare” una societร che ha sede in uno Stato, seppur dell’unione europea, dove รจ complicatissimo fare una causa.
Per la tracciabilitร e per la prevenzione dei fenomeni di riciclaggio denunciamo il fatto che venga messo un limite del 2% alla dichiarazione della proprietร di societร concessionarie, sotto il profilo della della totale trasparenza dovrebbe sparire il 2% e tutta la proprietร delle concessionarie dovrebbe essere comunicata.
Cosรฌ come sarebbe ottimale il coinvolgimento non solo del coniuge del titolare in fase di apertura di conto di gioco ma anche del convivente.
Siamo contrari all’uso del contante perchรฉ mentre da una parte si dice che per questioni di prevenzione e di riciclaggio gli strumenti di pagamento sono soltanto quelli tracciati, dall’altro si riconosce la possibilitร di rimpinguare i conti di gioco attraverso dazioni di contante. Niente di piรน sbagliato perchรฉ noi sui territori abbiamo visto nel corso di 20 anni che con l’offerta di gioco d’azzardo proliferare il fenomeno dell’usuraio di quartiere che fa piccoli prestiti ma con interessi elevatissimi, per cui dovrebbe sparire completamente il contante.
Infine e concludo dovrebbe essere completamente capovolto il paradigma del gioco responsabile non piรน affidato al giocatore magari patologico, tanto per dare una un’immagine sicuramente piรน impattante l’attuale impostazione di gioco responsabile risponde al criterio che ad un tossicodipendente si dice: drogati ma fallo responsabilmente. Questo non ha funzionato nella nostra legislazione.
Chi deve essere chiamato ad essere responsabile รจ chi offre gioco d’azzardo, รจ perfettamente rispondente al 2050 del Codice Civile quando ci dice quali sono i criteri di offerta. Ad esempio per quanto concerne le attivitร pericolose chiunque nello svolgimento di un’attivitร pericolosa per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati รจ tenuto al risarcimento del danno se non prova di aver adottato tutte le misure.
L’adozione di tutte le misure quindi incombe sul concessionario in questo caso e non sul soggetto; in poche parole sono esattamente i principi che sono dettati dall’Unione Europea dal 2011 con la sentenza del 15 settembre 2011 con la quale l’Unione Europea dice all’Italia che bisogna contrarre la pubblicitร e in modo tale da portare il pubblico in un in un percorso estremamente regolamentato.
Auspico infine l’apertura di un tavolo tecnico attorno al quale deve sedere anche la societร civile e l’istituzione di un’autoritร indipendente pubblica oltre ovviamente al contenimento – ma questo nell’immediato – delle forme di pubblicitร perchรฉ non sono ammissibili durante le partite persino della nazionale o delle squadre di club degli striscioni a bordo campo che inneggiano direttamente o indirettamente al gioco d’azzardo”.