Procura dei minori dell’Emilia-Romagna: “I ragazzi rubano in casa per comprarsi i Gratta e vinci”

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CASI IN PROCURA, ANCHE GENITORI LUDOPATICI CHE NON CURANO FIGLI

(Jamma) – Genitori che si giocano tutto e lasciano senza mangiare i figli, ma anche adolescenti che per comprare Gratta e vinci rubano tra le mura domestiche (o di parenti), e in qualche caso addirittura si prestano come basisti per furti nella propria casa. Secondo quanto riportato dalla agenzia DIRE queste sono situazioni con cui, sempre piu’ frequentemente, la Procura dei minori dell’Emilia-Romagna si trova a confrontarsi a causa di quella che il procuratore capo Ugo Pastore chiama una “deriva” causata dalla legalizzazione del gioco d’azzardo. Deriva che ha “effetti distruttivi sulle giovani generazioni e a cui e’ difficile oggi porre un argine”, dice il magistrato.

E “se il legislatore non trovera’ la forza di introdurre dei divieti almeno per i minori e non mettera’ paletti” e’ una deriva “molto pericolosa”. Pastore ne ha parlato ieri nella seconda giornata del convegno “Minori e devianze” organizzato dall’Ami (associazione avvocati matrimonialisti) e dai Carabinieri di Bologna, dedicato proprio al tema del gioco. L’allarme di Pastore arriva alla luce di casi sempre piu’ frequenti che arrivano in Procura che vedono i minori vittime del fenomeno del gioco: o perche’ i genitori ludopatici “non fanno fronte ai loro bisogni primari o alle cure sanitarie” (e allora dalla Procura arrivano “interventi limitativi della potesta’ genitoriale”) oppure perche’ i minori stessi sono contagiati dal vizio del gioco e per poter giocare commettono reati. “Tanti ragazzi ci sono stati segnalati- afferma Pastore- per piccoli furti in casa, a parenti o ad amici dopo i quali andavano a comprare decine di gratta e vinci. Abbiamo trovato le prove, e gli stessi genitori non ne avevano idea”. Ma “nelle situazioni piu’ gravi- prosegue- ci sono minori diventati basisti per furti a casa loro. Siamo di fronte ad una serie di fatti, che sempre piu’ spesso finiscono alla nostra attenzione, che dimostrano gli effetti distruttivi di un certo modello”. Per Pastore la legalizzazione del gioco d’azzardo fatta dal legislatore, “giustificata pretestuosamente con l’opportunita’ di combattere e far emergere il gioco illegale”, di fatto e’ diventata “una provocazione verso le giovani generazioni che la vedono come un’abitudine normale, come un modello che entra nella normalita’”. Tant’e’ vero che negli anni ’80 “ricordo che a Napoli i minori venivano impiegati per il Totocalcio clandestino, dovevano portare i bigliettini delle scommesse, ma non esistevano minori dediti al gioco come purtroppo succede oggi”, sottolinea Pastore, molto preoccupato del fenomeno. “Ho dato ordine alle Forze dell’ordine di segnalarci non solo i reati, ma anche quei comportamenti da loto percepiti come irregolari, ad esempio un minore che frequenta le sale gioco”. Cosa puo’ fare la Procura? “Andiamo a vedere la situazione familiare e cerchiamo di capire se possiamo fare qualcosa, allertiamo i servizi sociali del territorio e facciamo partire un intervento sul ragazzo affinche’ capisca che e’ truffato”. Dove e’ necessario, poi, “abbiamo la facolta’ di avviare un supporto educativo, soprattutto psicologico, dove la famiglia o le altre agenzie educative non siano in grado di farlo. E’ una scelta che io ritengo particolarmente opportuna per intervenire prima che la situazione diventi difficilmente controllabile”.