HomeCronacheOperazione Doppio Jack: tutti assolti, "Il fatto non sussiste"

Operazione Doppio Jack: tutti assolti, “Il fatto non sussiste”

Cala il sipario su una delle operazioni più rilevanti degli ultimi anni in materia di giochi e scommesse, che  ha impegnato, in questo caso, le Forze dell’Ordine e la Procura della Repubblica di Firenze.

Le indagini, riguardanti fatti che si articolavano dal 2013 al 2017, sono state coordinate dalla Guardia di Finanza di Empoli e presiedute dal Procuratore Capo presso la Procura della Repubblica di Firenze dr. Creazzo e dal sostituto procuratore dr.Focardi e riguardarono numerosi indagati, in  parte esercenti ed in parte operatori del gioco, tra i quali i noti imprenditori veneti Massimiliano Fullin e Fabio Veglianetti, assistiti dall’avvocato Renato Alberini del Foro di Venezia e dall’avv. Marco Ripamonti con studio in  Viterbo e Firenze. Attinta nel procedimento anche la nota società Medialive Casino ltd, assistita dall’avv. Marianna Poletto del Foro di Firenze.

Nell’ambito del procedimento furono applicate misure cautelari personali ed eseguite perquisizioni e sequestri di denaro ed immobili.

Le contestazioni si riferivano ai delitti di associazione a delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di giochi e scommesse, con l’aggravante della transazionalità.

Dopo la fase delle indagini preliminari e di riesame, tenutesi presso il Tribunale di Firenze, lo stesso GUP di Firenze ha rimesso il fascicolo dinanzi al Tribunale di Prato per ragioni di competenza territoriale.

Ed è a Prato che il procedimento ha avuto il suo clamoroso epilogo.

All’udienza preliminare del 22 Febbraio 2024 tutti i 21 imputati prosciolti con formula “il fatto non sussiste” e dissequestro di tutto. Assolta anche Medialive in relazione alla contestata violazione di cui alla legge 231/2001.

E’ stato lo stesso Ufficio della Procura Pratese, sulla base delle argomentazioni sostenute dalla difesa degli imputati Fullin e Veglianetti, cui tutti gli altri imputati hanno aderito, ad avanzare argomentata e motivata richiesta assolutoria, pienamente condivisa dal GUP che, conseguentemente, ha anche ordinato il dissequestro del denaro a suo tempo sequestrato e degli immobili.

Queste le parole di soddisfazione espresse dall’avv. Marco Ripamonti, che con l’avv. Renato Alberini ha elaborato la tesi difensiva che, producendo l’insussistenza dei delitti fine di raccolta abusiva del gioco, ha comportato come logica conseguenza la vanificazione della contestazione associativa: “Sono molto soddisfatto del felice esito del procedimento, che ha avuto il suo epilogo in udienza preliminare, evitando così un processo dibattimentale che sarebbe stato inutile, con ulteriori ed inutili costi per lo Stato. Prima di tutto, colgo l’occasione per ringraziare l’avv. Renato Alberini, con cui ho avuto il privilegio di condividere la difesa del nostri patrocinati e l’avv. Marianna Poletto, che ha rappresentato Medialive ltd. Anche questa volta a determinare le sorti del processo è stata la materia dei giochi e delle scommesse, con le sue implicazioni normative e le sue innumerevoli sfaccettature, talvolta trascendenti nell’ambiguità.  Abbiamo elaborato una memoria difensiva, con la valida collaborazione del mio valido collega di Studio avv. Riccardo Ripamonti, che evidentemente è stata ritenuta fondata e meritevole di condivisione. Abbiamo sostenuto e dimostrato con convinzione che le numerose contestazioni dei delitti fine, nella loro essenza, per come formulate ed alla luce del combinato disposto di una serie di disposizioni normative ed arresti giurisprudenziali di legittimità, non erano sussumibili in alcuna delle fattispecie delittuose che contempla l’art.4 legge 401/89. Da ciò la inevitabile caduta del delitto associativo che, naturalmente, non può ravvisarsi a fronte di finalità non delittuose. La tesi è stata rafforzata da precedenti che già avevamo ottenuto presso il GUP di Castrovillari e presso il Tribunale collegiale di Agrigento. Il Gup del Tribunale di Prato ha, pertanto, assolto tutti gli imputati, attesa la formulazione seriale di tutti i capi di imputazione dei reati fine e la estensibilità a tutti gli imputati dell’argomento. Finalmente possiamo dire che questa  annosa vicenda, che per la posizione di alcuni dei miei patrocinati ha anche avuto risvolti spiacevoli e dolorosi, può definirsi conclusa. Reputo non vi sia neanche spazio per eventuali contestazioni amministrative circa i reati fine, ritenuti di non rilevanza penale, atteso che i fatti, sotto il profilo amministrativo, sono ormai prescritti ed anche in considerazione che, riguardo ad uno di essi, già oggetto di ordinanza – ingiunzione di ADM, il Tribunale civile di Firenze ha accolto l’opposizione da noi avanzata, con una rilettura certamente più attuale ed aggiornata del c.d. Decreto Balduzzi”. 

Redazione Jamma
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