Affrontare le problematiche di chi ha un rapporto patologico con il gioco d’azzardo richiede un approccio globale alle difficoltà che incontra. Quasi sempre si tratta infatti di situazioni che presentano un alto grado di complessità: problemi di svariata natura, legali, economici, relazionali, per i quali è necessario l’intervento congiunto di avvocati, commercialisti, giuristi, servizi sociali.
È importante perciò che l’aiuto dato, in particolare quello svolto dagli amministratori di sostegno, sappia affrontare a 360 gradi il “garbuglio”, l’intricato intreccio di problemi delle persone e delle loro famiglie coinvolte nelle conseguenze del gioco d’azzardo.
Se ne è parlato nel corso di un convegno dal titolo “Amministrazione di sostegno e gioco d’azzardo patologico: sgarbugliare l’ingarbugliato” giovedì 25 gennaio nella sala al XV piano della sede della Città metropolitana di Torino, che ha organizzato il pomeriggio di studio in collaborazione con il progetto regionale Sgarbuglio, lo sportello finanziato attraverso il Piano per il contrasto al gioco d’azzardo patologico e rivolto ai pazienti residenti nel territorio dell’AslTo3 e nell’intera area metropolitana.
“L’amministratore di sostegno per adulti particolarmente fragili – ha spiegato nei saluti la consigliera alle politiche sociali della Città metropolitana, Valentina Cera – deve fare ‘un passo in più’, sapendo che il ruolo dell’amministratore di sostegno deve andare di pari passo con il percorso terapeutico, il progetto di vita e le procedure per ricostruire la posizione economica di chi è un giocatore d’azzardo” .
Sul gioco d’azzardo, come su altre criticità delle persone fragili che necessitano l’intervento di un amministratore di sostegno, la Città metropolitana di Torino lavora da anni, sia a partire dall’esperienza dell’Ufficio di pubblica tutela, che, in raccordo con i giudici tutelari e i servizi socio-assistenziali e sanitari del territorio, cura dal 2007 con la propria azione la miglior presa in carico delle persone sottoposte a misure di protezione giuridica valorizzandone le autonome residue, sia con lo Sportello sul sovraindebitamento, che offre alle persone con gravi situazioni debitorie la possibilità di essere orientate gratuitamente sugli strumenti di legge e sui progetti esistenti per affrontare quei momenti critici che possono compromettere economicamente ed emotivamente la vita personale e familiare di molte persone.
A questo percorso si aggiunge l’adesione al progetto Sgarbuglio, coordinato dall’ASL To3: “L’esistenza dello sportello del progetto Sgarbuglio presso la nostra sede istituzionale – spiega ancora Valentina Cera – rappresenta un modo per ridurre lo stigma verso la persona che, a causa della propria dipendenza, mette in difficoltà economiche il proprio nucleo familiare: un luogo neutro che agevola quel rapporto di fiducia che diventa fondamentale quando una persona deve lavorare su se stessa e scegliere di affrontare, anche con l’apertura di una misura di protezione, le proprie debolezze”.
Al convegno sono intervenuti rappresentanti dell’ASL To3, dell’Ordine degli Avvocati di Torino e di Ivrea, dell’Ordine dei Commercialisti di Torino, consulenti dello Sportello Sgarbuglio, personale dell’Ufficio di pubblica tutela della Città metropolitana che hanno esaminato i vari aspetti delle problematiche relative al gioco d’azzardo, con l’obiettivo di mettere sempre più in rete i servizi e le opportunità per chi ha deciso di affrontare il “vizio” del gioco d’azzardo.