“Il mondo degli esport ha subito un’evoluzione straordinaria negli ultimi anni, e chi come me è cresciuto giocando da sempre, sa quanto sia cambiato il panorama. Inizialmente, la mia esperienza di gamer era legata al puro divertimento, ma con il tempo e l’impegno, mi sono ritrovato a entrare nel mondo competitivo dell’esport. È stato un percorso che ha richiesto tanto tempo, passione e sacrifici. Oggi, come content creator e streamer, posso dire con orgoglio che ciò che faccio è finalmente riconosciuto come un vero lavoro, anche se in Italia, la percezione dell’esport è ancora arretrata”. Lo ha detto Mattia Attrice (in foto), imprenditore (in arte ATTRIX), intervenendo al webinar “Il codice degli eSport in San Marino”.
“Gli esport, spesso descritti come competizioni di videogiochi, vanno ben oltre la semplice attività ricreativa. Oggi sono veri e propri eventi sportivi, con montepremi che raggiungono milioni di dollari, e la partecipazione di atleti professionisti che dedicano ore di allenamento. La mia esperienza di streamer per più di dieci anni, mi ha permesso di evolvermi e, soprattutto, di ottenere un riconoscimento del mio lavoro grazie a un ufficio che mi permette di svolgere le mie attività con maggiore professionalità. Questa separazione tra il “lavoro” e la “vita domestica” ha dato una dimensione più seria e strutturata alla mia carriera. Il mondo degli esport – ha aggiunto Attrice – richiede un impegno fisico e mentale non indifferente. A differenza di ciò che si può pensare, allenarsi come un gamer non è solo questione di sedersi davanti a uno schermo, ma implica una preparazione fisica e una concentrazione mentale straordinarie. L’allenamento può durare ore e ore, e può portare a problemi fisici come tendiniti, dolori alle mani o alla schiena. Gli strumenti, come i supporti per i polsi, aiutano a ridurre questi rischi, ma il carico mentale è sicuramente il maggiore. Essere un atleta negli esport significa saper gestire lo stress, la pressione e la continua evoluzione del gioco, proprio come nel calcio o nel tennis.
Le competizioni di esport sono diventate vere manifestazioni globali, con eventi che attraggono milioni di spettatori, fisicamente e online. Grandi tornei come i Major di League of Legends o il Dota 2 International, per esempio, sono paragonabili a eventi sportivi come la Champions League o il Super Bowl, dove anche star internazionali si esibiscono, attirando una folla di appassionati da tutto il mondo. Quello che rende l’esport un vero e proprio sport è l’intensità con cui questi giovani atleti si preparano. Non è solo questione di abilità nel gioco, ma di una completa preparazione che coinvolge la mente, il corpo e la gestione psicologica delle sfide. In questo senso, gli atleti di esport meritano lo stesso rispetto e riconoscimento di chi pratica uno sport fisico. E finalmente, stiamo cominciando a comprendere che quello che facciamo non è solo un passatempo, ma una carriera che richiede dedizione, allenamento e tanto impegno. In futuro, è importante che l’industria degli esport venga sempre più riconosciuta e supportata, affinché le giovani promesse possano contare su una carriera solida e rispettata, così come accade per i professionisti di qualsiasi altro sport.
Alla base di questo universo – ha evidenziato Attrice – c’è una forte passione, che si alimenta sin dalla giovane età. Quando si parla di sport, anche virtuali, è impossibile non metterci del cuore. Giocare non è solo una forma di intrattenimento, ma diventa un impegno competitivo, dove la voglia di vincere e di eccellere è fondamentale. L’approccio competitivo nasce naturalmente per chi ha una “forma mentis” orientata al miglioramento costante. Non si tratta solo di divertirsi, ma di voler dimostrare a se stessi e agli altri di essere più forti. Questo spirito di competizione è un elemento che distingue i giochi di squadra, come quelli degli esports, dai giochi che non puntano al confronto diretto tra i giocatori. Il passaggio dalla semplice esperienza di gioco alla competizione vera e propria richiede una dedizione intensa. I giocatori di esports, per eccellere, devono dedicare molte ore alla pratica. Non c’è una durata prestabilita, ma un impegno che può arrivare a ore e ore di allenamento quotidiano. Questo processo include anche attività come esercitazioni su riflessi rapidi, precisione e strategia. Un esempio classico è quello di un gioco sparatutto, dove l’allenamento può includere sessioni mirate a colpire bersagli virtuali con il mouse nel minor tempo possibile.
Inoltre, negli esports ad alti livelli, i giocatori non sono soli: molte squadre professionistiche contano su coach specializzati che li guidano nel miglioramento delle loro abilità. Questi allenatori sono fondamentali per mantenere la concentrazione, la motivazione e la strategia, in un ambiente altamente competitivo. Non solo, la componente psicologica è fondamentale. La pressione di giocare decine di ore al giorno, partecipare a tornei e fare affidamento su un gioco come unica fonte di successo, può portare a fenomeni come il burnout, dove il giocatore perde la passione o non riesce più a sostenere l’intensità del suo impegno.
Un altro aspetto cruciale degli esports è la dinamica di squadra. Se un gioco prevede un team, ogni singolo membro è responsabile della performance collettiva. Un errore individuale, come quello di un calciatore che fa autogol, può compromettere l’intera squadra. Per questo motivo, la gestione psicologica diventa essenziale. Gli psicologi sportivi, o mental coach, sono sempre più richiesti, perché sanno che la resilienza mentale è fondamentale. Così come nello sport tradizionale, anche nel mondo degli esports bisogna essere pronti a riconoscere e gestire gli insuccessi, accettando che gli errori fanno parte del gioco”, ha concluso Attrice.