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Giocare da grandi, Mascolo (LUISS): “Il gioco come elemento fondamentale della natura umana e strumento di innovazione sociale ed economica”

La professoressa Rita Mascolo, docente di Storia dell’Economia e dell’Impresa presso la Luiss, è intervenuta durante la presentazione della ricerca su Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento dell’Osservatorio sul gioco pubblico di SWG “Giocare da grandi”, offrendo una prospettiva storica e comportamentale sull’importanza del gioco nella vita umana. Il suo intervento ha toccato temi che spaziano dall’economia comportamentale alle applicazioni moderne del concetto di “gamification”, sottolineando il valore sociale, culturale ed economico del gioco.

Kahneman e l’economia comportamentale: il gioco come scelta in condizioni di incertezza

La professoressa ha aperto il suo intervento ricordando Daniel Kahneman, padre dell’economia comportamentale, che ha introdotto il ruolo delle emozioni e della psicologia nelle decisioni economiche, in particolare in condizioni di incertezza. “Il gioco è, per definizione, un’attività che affronta l’incertezza,” ha spiegato Mascolo, collegando questa idea alla natura intrinsecamente ludica della vita umana.

Uno dei concetti chiave evidenziati è quello del framing (incorniciamento), introdotto da Kahneman: il modo in cui un problema o un’attività viene presentata influenza profondamente la percezione che le persone hanno di essa. “Se il gioco viene incorniciato come qualcosa di proibito o immorale,” ha osservato Mascolo, “viene percepito in modo negativo. Tuttavia, un cambio di prospettiva può portare a valorizzarlo come un’attività naturale e positiva.”

Il gioco come parte della natura umana

La professoressa ha poi sottolineato come il gioco sia una componente costante della storia e della cultura umana, presente in tutte le civiltà e epoche. “In Mesopotamia si giocava già, così come nella Cina antica e in molte altre culture,” ha detto. Questo dimostra che l’attività ludica non è solo un passatempo, ma una necessità che risponde a bisogni fondamentali, come il divertimento, la socializzazione e persino la gestione delle emozioni, incluse la frustrazione e la sconfitta.

“La presenza del gioco nella vita delle persone è un dato di fatto,” ha affermato Mascolo, “e la ricerca conferma che è percepito come un elemento costante, che si evolve ma non scompare mai.”

Dall’economia razionale all’economia emotiva

Un altro punto cruciale del suo intervento è stato il cambiamento di paradigma nelle scienze economiche: dalla concezione dell’uomo come essere puramente razionale (l’homo economicus) a quella di un individuo mosso anche da emozioni, desideri e bisogni di divertimento. Questo cambiamento ha permesso di riconoscere il gioco come una parte fondamentale della vita quotidiana e un’attività legittima, oltre che benefica.

La gamification: un ponte tra gioco e lavoro

Un aspetto particolarmente interessante trattato dalla professoressa è stato l’applicazione del concetto di gioco al mondo aziendale, attraverso la gamification. Questo approccio, sempre più diffuso nelle strategie di gestione delle risorse umane (HR), utilizza elementi ludici – come punteggi, gare e premi – per aumentare l’engagement dei lavoratori, migliorare la produttività e attrarre nuovi talenti.

“Nel contesto di un mercato del lavoro sempre più competitivo, le aziende stanno adottando strategie di gamification per attrarre e trattenere i dipendenti,” ha spiegato. Questo non solo migliora la produttività, ma rende il lavoro più coinvolgente, trasformandolo in un’esperienza che integra divertimento e obiettivi professionali.

L’intervento della professoressa Mascolo ha messo in evidenza come il gioco, lungi dall’essere un’attività marginale o superflua, rappresenti una parte integrante della vita umana e un’importante leva per innovazioni sociali ed economiche. Dal riconoscimento delle emozioni nell’economia comportamentale di Kahneman fino alle applicazioni pratiche della gamification, il gioco si dimostra uno strumento potente per affrontare le sfide moderne.

“Il gioco non è solo intrattenimento,” ha concluso, “ma un fenomeno universale che può migliorare la società, le relazioni e persino il mondo del lavoro. È tempo di incorniciarlo in una luce nuova e positiva.”

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