La FIGC ha pubblicato sul sito il Rapporto di Attività 2022, che costituisce un processo di reporting annuale nato nel 2015 finalizzato a rafforzare la dimensione della trasparenza e a rendicontare le attività svolte dalla Federazione, a beneficio di tutti gli stakeholder interni ed esterni alla FIGC.
Il report si sviluppa attraverso la redazione di specifici Rapporti di Attività da parte delle diverse “aree di funzione” della Federazione, e si inserisce in un più generale programma orientato al raggiungimento dell’obiettivo di good governance, al fine di costruire di un dialogo interno costante tra aree e funzioni. I diversi uffici federali trasmettono periodicamente un rapporto di sintesi delle attività svolte, che vengono riepilogate in questo documento finale. In estrema sintesi, il Management Report costituisce uno strumento di verifica, monitoraggio e allineamento dei risultati gestionali e amministrativi rispetto agli indirizzi politici dettati dagli organi federali e dalle strategie aziendali.
Nel report si evidenzia che per quanto riguarda il comparto delle scommesse sportive, nel 2022 le 11 partite della Nazionale A maschile hanno prodotto una raccolta media per evento pari a quasi 3,7 milioni di euro (con un gettito erariale di circa 0,1 milioni).
Molto più dettagliato il capitolo sul gettito erariale fornito attraverso il Report Calcio 2023, di cui abbiamo dato notizia venerdì scorso.
Il contributo fiscale
Nel 2020 la contribuzione fiscale e previdenziale aggregata del calcio professionistico italiano supera gli 1,3 miliardi di euro, dato in decremento del 10,8% rispetto al 2019. La voce con l’incidenza più alta continua a riguardare le ritenute Irpef, che pesano per il 51% del totale (rispetto al 54% del 2019), con un dato pari a 669,9 milioni di euro, in decremento del 16% rispetto al 2019, in considerazione principalmente del decremento del reddito da lavoro dipendente, passato dagli oltre 1,9 miliardi di euro del 2019 agli 1,6 miliardi del 2020 (-15,3%), mentre il numero di contribuenti rimane sostanzialmente allineato al 2019 (12.065 in confronto a 12.055).
Il numero di lavoratori dipendenti con redditi superiori a 200.000 euro raggiunge quota 1.079, in decremento rispetto ai 1.150 del 2019 (dato record tra quelli registrati a partire dal 2006). Nel 2020, le altre principali tipologie di contribuzione riguardano il gettito erariale derivante dalle scommesse sul calcio (253,1 milioni di euro), l’Iva (182,4 milioni) e la contribuzione previdenziale Inps (156,5 milioni), mentre l’Irap e l’Ires presentano delle incidenze meno marcate (con dati pari rispettivamente a 43,1 e a 11,8 milioni di euro).
Nonostante il decremento a cui si è assistito nel 2020, il calcio continua a rappresentare per distacco il principale sistema sportivo dal punto di vista del contributo fiscale; in termini aggregati, tra il 2006 e il 2020 la contribuzione fiscale e previdenziale totale prodotta dal sistema professionistico italiano ammonta ad oltre 16,8 miliardi di euro, di cui il 68% prodotto dalla Serie A (11,4 miliardi), il 12% dalla Serie B (2 miliardi), il 5% dalla Serie C (910 milioni) ed il restante 15% dalle scommesse sul calcio (2,5 miliardi). Rispetto alle oltre 50.000 società ed enti presenti nel sistema sportivo italiano, i 99 club di calcio professionistico nel 2020 incidono da soli per il 73,1% della contribuzione complessivamente generata dal comparto sportivo italiano, l’incidenza record tra quelle registrate dal 2015.
L’analisi più specifica del contributo fiscale derivante dalle scommesse conferma anche in questo caso la prevalenza del calcio rispetto agli altri sport: solo tra il 2006 e il 2022 la raccolta delle scommesse è aumentata di oltre 6 volte, passando da 2,1 a 13,2 miliardi di euro, con un gettito erariale pari a 342,4 milioni di euro, mentre il secondo sport, ovvero il tennis, non supera i 3,2 miliardi di euro di raccolta e gli 86,1 milioni di gettito. La sola Serie A di calcio maschile nel 2022 ha prodotto una raccolta in Italia pari a quasi 2 miliardi di euro, mentre quella stimata a livello mondiale tocca i 36,6 miliardi di euro, giocati in gran parte nell’area Asia- Oceania (26,6 miliardi) e in Europa (8,1 miliardi), mentre seguono più staccati il Sud America (732 milioni), l’Africa (695 milioni) e il Nord America (450 milioni).