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PVR, AWP, Legge di Bilancio, BLACK SLOT, AGCOM e Corte Costituzionale: intervista a tutto campo all’avv. Marco Ripamonti

Sono tanti i temi di attualità politica e giudiziaria che in questo periodo agitano il mondo del gioco e delle scommesse. Jamma ha intervistato uno dei professionisti più attivi del settore da  oltre venticinque anni, l’avvocato Marco Ripamonti.

Avvocato Ripamonti, Legge di Bilancio 2025 e Determina Direttoriale sui PVR: quale la sua opinione?

La situazione è critica. I comparti del gioco, per la loro rilevanza in termini di entrate erariali, ordine pubblico e rischio infiltrazioni della criminalità, nonchè sicurezza dei consumatori  meriterebbero un riordino radicale e coerente e sopratutto l’elaborazione di un vero e proprio Testo Unico.

Per converso, interventi estemporanei e spesso incoerenti rispetto a scelte pregresse producono solo instabilità ed incertezze, destabilizzando gli operatori. Si tratta, del resto, e ciò è innegabile,  di comparti molto complessi che andrebbero conosciuti ed approfonditi con cura da parte degli addetti ai lavori prima di procedere alla relativa regolamentazione.

Riguardo al comparto delle AWP e VLT abbiamo assistito, nei circa vent’anni dalla relativa  attuazione,  ad una crescita continua dell’imposta PREU che però non si è confrontata con un mercato che, negli ultimi anni, ha subito importanti penalizzazioni, quali il contingentamento, regolamenti locali estremamente limitativi in tema di orari, nuove installazioni, luoghi sensibili, il tutto aggravato da una crescente concorrenza dovuta ad altri comparti del gioco, in particolare quello del gioco a distanza, complice anche il periodo pandemico, maggiormente preferiti, a quanto pare,  dalle fasce più giovani.  Credo si tratti di fattori che rendono assai difficile per gli operatori del gioco fisico guardare al futuro con ottimismo pensando ad importanti investimenti. Continuare ad infierire fiscalmente su tale settore potrebbe comportare rischi per la sopravvivenza di diverse aziende di gestione.

Per quanto concerne il Gioco a Distanza   a mio avviso corriamo il rischio di incappare in una sorta di corto circuito. Gli impegni patrimoniali che si richiedono agli aspiranti concessionari in vista della prossima gara sono notevoli e nettamente superiori rispetto al passato, a fronte di un mercato certamente in espansione, ma anche al cospetto di certezze che tendono ad affievolirsi. La recente determinazione Direttoriale ADM del 25.10.2024, oltre a prestare il fianco sul piano giuridico ad importanti censure financo di costituzionalità,  suscita una serie di criticità in punto di fatto e tempistica di adeguamento e prevede forti limitazioni all’attività dei PVR, potendo certamente scoraggiare la platea dei potenziali interessati all’iscrizione al cosidetto Albo. Non è tanto, naturalmente, la richiesta dei cento euro, quanto alcune previsioni quali: il divieto di installazione di postazioni telematiche, che ad esempio porrà chi è già titolare di attività di internet point di fronte alla scelta di optare per l’una o l’altra attività e che impedirà ad un titolare di conto di gioco di potersi connettere con il concessionario di riferimento attraverso una postazione internet collocata in un PVR per effettuare una giocata su proprio conto di gioco; il divieto di prelevare la provvista giacente sul conto di gioco presso i PVR; la inibizione all’utilizzo di materiale promozionale. Tutto ciò produrrà l’effetto di sminuire la rilevanza del PVR nel contesto dedicato al gioco a distanza, relegandolo ad un ruolo meramente ancillare, se non insignificante, a fronte di una regolamentazione particolarmente stringente.  Dal punto di vista dei concessionari, per fare un esempio, il divieto di pattuire con il PVR un vincolo di mandato (la cosiddetta clausola di esclusiva) produrrà incertezza in termini di fidelizzazione e affidamento su una propria rete di PVR, situazione questa che stride con le rilevanti richieste che all’aspirante concessionario verranno poste dal nuovo bando in termini di investimento.

Tutto ciò potrebbe innescare dinamiche assai favorevoli al gioco a distanza estraneo ai circuiti concessori, sopratutto in diverse aree maggiormente sensibili ai fenomeni di abusivismo.

Anche il c.d. comparto del “terrestre” necessita di un riordino radicale, che però viene ormai differito da troppi anni. La cosidetta sanatoria di cui alla legge di stabilità 2015  risale, come è evidente, a ben dieci anni or sono, ma il nuovo bando non sembra poi così vicino, poichè sono molteplici le problematiche preliminari da risolvere. Valga per tutte la definizione ed attuazione dell’Intesa Stato Regioni e l’esigenza di pervenire ad una armonizzazione a livello generale delle note problematiche in tema di distanze, orari, luoghi sensibili. Tutto ciò realizza una situazione ottimale per rivendicare nuove discriminazioni da parte di operatori trasfrontalieri, ormai da anni in attesa di immettersi sul mercato italiano e debbo dire, per esperienza diretta, recentemente la giurisprudenza penale ha reso pronunce “incoraggianti” in tema di CTD e libertà di stabilimento e prestazione dei servizi.

L’attualissima questione di costituzionalità sul decreto Balduzzi, a che punto siamo e come si svolgerà il procedimento?

Ecco,  tale argomento oggi è ancor più attuale poichè strettamente connesso proprio al comparto del Gioco a Distanza, atteso che   nella determinazione direttoriale in tema di PVR la norma Balduzzi in questione viene riproposta pedissequamente, nonostante vi sia giudizio di costituzionalità pendente. Ed ho trovato ciò decisamente singolare.

Si tratta di vicenda indubbiamente rilevante in cui sono stato validamente coadiuvato da mio figlio, nonchè collega di Studio avv.Riccardo Ripamonti, autore del “Manuale del PVR” che peraltro ha riscosso un notevole interesse tra gli addetti ai lavori di cui siamo molto lieti. Abbiamo insistito dinanzi a diversi Giudici di primo grado e d’appello affinchè la questione di legittimità fosse sollevata e ciò da anni. Dopo tanta fatica, alla fine abbiamo trovato nella Corte di Cassazione e nel Tribunale di Viterbo magistrati che, finalmente, si sono presi la l’onere di scrivere articolate ordinanze di rimessione degli atti alla Corte Costituzionale, dinanzi alla quale comparirò quando l’udienza sarà fissata. L’eventuale ed auspicata condivisione da parte della Corte Costituzionale delle nostre tesi potrebbe comportare l’abrogazione e conseguente inapplicabilità della norma sanzionatoria e relativo precetto, oppure una reinterpretazione della norma stessa. Detto in due parole: abbiamo sempre ritenuto impensabile applicare un divieto tout court di utilizzo di personal computer pubblici a libera navigazione, anche se orientati al gioco,  applicando la medesima sanzione di 20.000 euro per ogni situazione possibile ed immaginabile. Il giudizio di costituzionalità in parola assume, a mio avviso, rilevanza anche con riferimento ad eventuale impugnazione della Determina in materia di PVR.

Avvocato, l’anno 2024 è stato caratterizzato da altra importante questione giudiziaria di cui si è occupato il suo Studio, e cioè la nota vicenda della fideiussione falsificata posta a base del rilascio di una concessione a distanza,  ci sono aggiornamenti?

La questione è finalmente chiusa. Il Tribunale di Campobasso ha emesso Sentenza con cui ha affermato come fosse onere dei Monopoli di Stato controllare sulla veridicità del documento rilasciato a garanzia e che, conseguentemente fosse ADM a dover restituire alla parte mia assistita tutte le somme giacenti sul conto di gioco istituito presso il concessionario inadempiente e resosi irreperibile. ADM non ha presentato appello ed ha fatto acquiescenza alla pronuncia di primo grado e, debbo dire con solerzia e piena disponibilità, ha provveduto ad ottemperare alla Sentenza, corrispondendo la sorte, interessi e spese di causa. Sono molto soddisfatto di come è andata. Chi realmente ha vinto è il sistema gioco lecito, cui si è affidata la mia assistita.

Recentemente un suo assistito ha ottenuto l’annullamento dalla Corte Tributaria della Sicilia di un avviso di accertamento dei Monopoli per imposta unica ammontante ad oltre 500 mila euro, che tesi ha sostenuto?

La pretesa tributaria, che per inciso riguardava totem utilizzati per raggiungere in rete anche portali di gioco, doveva presupporre l’offerta al pubblico di gioco a vincita in denaro da parte dell’esercente. Controparte non ha dimostrato tutto ciò, null’altro. La Corte ha correttamente applicato i principi in tema di onere della prova, naturalmente con riferimento al merito della fattispecie.   Tutto qui.

Recentemente lo Studio si è occupato dell’assistenza di un noto operatore del gioco a distanza dinanzi ad Agcom, che contestava la violazione del decreto dignità riguardo decine di contratti con le diverse skin ed altrettanti contratti con portali di comparazione quote, prospettando una ingente sanzione. Le contestazioni sono state in gran parte archiviate, come si è articolata la questione?

Abbiamo inoltrato ad Agcom una articolata memoria difensiva spiegando in sede di audizione che il sistema delle cosidette skin non viola in alcun modo il decreto dignità, trattandosi semplicemente di canali di raccolta autorizzati, analogamente a ciò abbiamo anche illustrato il sistema dei portali di comparazione analizzando le diverse clausole contrattuali anche inerenti ai compensi, argomentando che anche in questo caso alcuna violazione fosse ipotizzabile. In sede di audizione abbiamo trovato gli avvocati e i funzionari di Agcom attenti e ben disposti ad ascoltare e comprendere le nostre ragioni e ne è scaturita una archiviazione che ha riguardato la gran parte della contestazione e che ha fatto salvo l’intero sistema, lasciando fuori soltanto dei profili specifici che attualmente sono sub judice. Attualmente stiamo studiando  anche altre fattispecie connesse al decreto dignità, ad esempio riguardo alla materia dei cosidetti tipster.

Qualche giorno fa la Corte d’Appello civile di Roma ha emesso una Sentenza riguardante il caso Black Slot condannando ADM ad un rilevante risarcimento dei danni.

Si tratta degli sviluppi civilistici di questa annosa vicenda che si è innescata circa quindici anni or sono. In poche parole, la circostanza che venga incaricata una società preposta all’omologa dei prodotti di gioco non esime ADM, titolare del potere di certificare la conformità a legge del prodotto, da responsabilità aquiliana. La Sentenza della Corte d’Appello, che ho condiviso con i colleghi Lepore e Fiorentini con cui ho avuto il piacere di cooperare,   ha valorizzato la Sentenza penale datata 12.12.12 resa dal Tribunale di Venezia, con cui tutti i soggetti incriminati, produttori ed omologatori, in parte da me assistiti, furono assolti, In tale vicenda processuale vennero in evidenza, per l’appunto, le responsabilità dell’Amministrazione riguardo alla circolazione ed installazione di tali prodotti di gioco.

In questi giorni è stata depositata una Sentenza da parte della Corte d’Appello di Roma riguardante la nota tassa di stabilità 2015 con cui sono stati rigettati gli appelli di centinaia di gestori, che già in primo grado si erano veduti respingere l’azione verso i concessionari. In poche parole la Corte d’Appello ha  ritenuto dovuto il pagamento dell’onere economico in questione, non ravvisandosi una violazione del principio di tutela dell’affidamento alla conservazione delle originarie condizioni economiche, né un obbligo a carico dei Concessionari alla rinegoziazione dei contratti. Che ne pensa?

Il nostro Studio ha pendenti diverse cause analoghe, ma ancora non ho esaminato la Sentenza di cui mi si chiede, non essendo un caso di cui mi sono occupato. Posso supporre che i concessionari si siano affrettati  a notificare la Sentenza affinchè passi in giudicato nel termine”breve” ai fini del ricorso per Cassazione. Ritengo, però, che la parola definitiva sarà determinata dall’esito del giudizio pendente dinanzi al Consiglio di Stato, che non potrà certamente disattendere quanto statuito dalla Corte di Giustizia in ordine alla tassa di stabilità in argomento.

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