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Cassazione: casinò obbligati a segnalare tutte le operazioni sospette, anche in assenza della certezza di un reato

L’omessa segnalazione di operazioni sospette (SOS) rappresenta una violazione grave delle normative antiriciclaggio per gli operatori del settore dei giochi. A confermarlo è una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha ribadito gli obblighi in capo alle case da gioco e ai loro responsabili in relazione all’individuazione di condotte sospette. La decisione ha chiuso il ricorso presentato da un casinò e dal suo responsabile antiriciclaggio contro un decreto sanzionatorio emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), confermando la decisione della Corte d’Appello di Roma e del Tribunale di Roma, competente per le sanzioni in materia di SOS a livello nazionale.

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la Corte d’Appello aveva rigettato il ricorso, sostenendo che la casa da gioco non avesse adempiuto correttamente agli obblighi di segnalazione relativi alle anomalie nel comportamento di un cliente. In particolare, il cliente in questione aveva effettuato un numero elevato di giocate, utilizzando mezzi di pagamento anomali (assegni circolari provenienti da una ventina di banche) e frequentando frequentemente il casinò per periodi prolungati. Questi comportamenti, secondo la Corte, avrebbero dovuto attivare l’obbligo di segnalazione di operazioni sospette, senza necessità di una certezza in merito alla commissione di un reato di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

In fase di difesa, il casinò e il responsabile antiriciclaggio avevano sostenuto di aver adempiuto agli obblighi di identificazione dei clienti, verificando i documenti di identità al momento dell’ingresso nel casinò, indipendentemente dall’acquisto di mezzi di gioco. Inoltre, avevano applicato le misure precauzionali generali previste dalla normativa antiriciclaggio. Tuttavia, la Corte ha sottolineato che l’obbligo di segnalazione non si limita all’identificazione dei clienti o all’adozione di misure preventive di base, ma impone un monitoraggio costante e approfondito delle attività complessive dei clienti.

La Corte di Cassazione ha precisato che l’obbligo di segnalazione di operazioni sospette nasce dall’identificazione di operazioni anomale e non richiede la certezza che tali operazioni siano connesse a reati di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. In altre parole, le case da gioco non devono aspettare la conferma di un illecito per inviare una segnalazione, ma devono essere in grado di rilevare e comunicare tempestivamente comportamenti sospetti, anche in assenza di prove certe della commissione di reati.

Questa sentenza rappresenta un’importante conferma per tutti gli operatori del settore del gioco, che devono essere consapevoli delle loro responsabilità in materia di antiriciclaggio. La normativa impone infatti un controllo costante e una vigilanza attenta su tutte le transazioni sospette. Per evitare sanzioni pesanti, le case da gioco devono implementare sistemi di monitoraggio efficaci per individuare tempestivamente i segnali di anomalie nei comportamenti dei clienti, come un volume di giocate anomalo o l’utilizzo di strumenti di pagamento inconsueti.

Redazione Jamma
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