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“Tutti in gioco”, Pollini (Pres. Comm. Antimafia Lombardia): “Per la mafia il gioco d’azzardo vale 30 miliardi all’anno, introdurre incentivi per la rimozione dai locali pubblici”

«In Commissione Antimafia abbiamo affrontato il tema del gioco d’azzardo sotto tutti i profili: ovviamente gli aspetti criminale e criminogeno hanno avuto lo spazio più ampio, ma ho fortemente voluto fissero esplorati anche gli aspetti sociologici, sanitari, epidemiologici ed economici, confrontandoci con tutti dalle Forze dell’Ordine fino al terzo settore.

lo dichiara Paola Pollini, Presidente Commissione regionale Antimafia della Regione Lombardia.

Il volume del gioco d’azzardo in Lombardia ha superato gli 8,5 miliardi di euro, rendendola la regione con la più alta spesa pro capite in Italia. Questo dato riflette non solo la diffusione del fenomeno, ma anche la sua costante attrattività per le mafie. Il gioco d’azzardo rappresenta da sempre un settore strategico per la criminalità organizzata. Un rapporto evolutosi negli anni. Dal primo sbarco in rete a cavallo del millennio fino all’utilizzo fraudolento delle criptovalute.

La confusione legislativa in materia ha permesso a operatori stranieri di infiltrarsi nel mercato italiano. Inoltre, le legislazioni favorevoli dei paradisi fiscali ostacolano il contrasto al riciclaggio.

Nel Nord Italia, le indagini della Squadra Mobile di Milano, in collaborazione con il Nucleo di Polizia Giochi e Scommesse, si concentrano su centri di raccolta dati mascherati, riciclaggio di denaro tramite giochi legali e piattaforme estere.

Un elemento emerso, riguardo all’efficacia delle normative di Regione Lombardia nel contrasto al DGA (Disturbo da gioco d’azzardo), è l’indicazione della Polizia di Stato sull’utilità di introdurre incentivi per la rimozione delle slot dai locali pubblici e di mantenere restrizioni relative ai luoghi sensibili.

Il DGA, aggravato dall’offerta crescente di gioco, espone i cittadini più vulnerabili al rischio di usura ed è un fenomeno che rafforza il controllo mafioso sui territori. Non fermeremo mai l’offerta illegale se non comprimendo la domanda. In tal senso occorre però ribadire come 

 Il proibizionismo non sia mai servito a niente, figurarsi oggi che basta un link per accedere a piattaforme di gioco illegali. Per ridurre la domanda occorre anzitutto una rivoluzione culturale su tre generazioni. Bene andare dai giovani nelle scuole, ma occorre lavorare molto, ma molto di più sugli adulti nei posti di lavoro, e infine sugli anziani. 

Si stima che le mafie fatturino circa 30 miliardi di euro con il gioco d’azzardo. Un numero che rende l’idea non solo di quanto lavoro ci sia ancora da fare in termini di prevenzione e repressione del fenomeno, ma anche di quali enormi risultati lo Stato potrebbe raggiungere» così la Presidente della Commissione regionale Antimafia, a margine del proprio intervento durante l’evento: “Tutti in gioco” organizzato oggi da Regione Lombardia.

Redazione Jamma
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