“Le distanze sono legate fondamentalmente a tabaccai, bar e sale specializzate. Noi vogliamo una normativa che dia equilibrio. Noi siamo un po’ invidiati da tutti, perchè c’è massima trasparenza, però abbiamo il problema che dal 2011 in poi, con il nobile intento di contrastare la dipendenza da gioco d’azzardo, si sono messe a terra misure errate. La distanza non funziona? Bisogna avere il coraggio di superarla. Un altro aspetto importante è che la presenza capillare sul territorio dell’offerta pubblica di gioco è qualcosa su cui non si può transigere. E’ un principio fondamentale. Serve poi un meccanismo che a posteriori permetta di fare delle modifiche. Infine si deve essere consapevoli che diverse di tipologie di tassazione su diverse tipologie di gioco hanno conseguenze importanti su vari aspetti, tra cui payout e tempo di intrattenimento”.
Lo ha detto il presidente dell’Associazione Concessionari di Giochi Pubblici – Acadi, Geronimo Cardia, durante la sessione dedicata al settore giochi dal titolo “La riforma dei giochi pubblici tra esigenze di bilancio, tutela della salute e salvaguardia del comparto economico”, nell’ambito degli Stati Generali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in corso a Roma.