L’intervento di riordino del gioco online previsto da decreto all’esame delle commissioni parlamentari in questi giorni non porterà le entrate erariali previste dal tecnici del Mef. E’ quanto ribadisce l’associazione dei concessionari di gioco CIGO già audita in Commissione Finanze del Senato nei giorni scorsi e che ha di recente presentato un documento dettagliato ai Parlamentari a riprova del fatto che, conti alla mano, le aspettative dalle misure di quel decreto saranno disattese.
“Le ipotesi di immediato introito erariale sono oggettivamente sovrastimate per almeno il 40%; le aspettative erariali, ricollegabili all’ipotesi governative, verrebbero ampiamente disattese in quanto sovrastimate per 150/200 milioni di euro. E ciò per effetto dell’ammontare dell’una tantum oggettivamente (quanto ingiustificatamente) inaccessibile per almeno il 60% degli attuali operatori, oltretutto in combinazione con il vigente divieto assoluto di pubblicità (Decreto Dignità 2019) in pregiudizio di tutti gli operatori, vieppiù esteri”, si legge nella memoria depositata da CIGO.
“Difficilmente stimabile, inoltre – nel tempo a venire – il mancato introito causato dalla (peraltro illegittima) espulsione dal mercato di detta significativa quota; lo stesso legislatore preconizza il fatto, il che è già indice dell’illogicità manifesta dell’impianto di riordino; offerta che lo stesso legislatore si attende riproposta su canali non autorizzati. Una previsione (plausibile) di stima non inferiore al 20% – prosegue la memoria -, comporterebbe un mancato gettito non inferiore a 200 mln di euro anno, al lordo di operazioni di contrasto all’illegalità delle quali, allo stato, non è dato in alcun modo conoscere l’efficacia, non essendosi il legislatore ripromesso di indicarla, nemmeno presuntivamente. Difficilmente stimabile, inoltre – nel tempo a venire – il mancato introito causato dalla (peraltro illegittima) espulsione dal mercato di detta significativa quota; lo stesso legislatore preconizza il fatto, il che è già indice dell’illogicità manifesta dell’impianto di riordino; offerta che lo stesso legislatore si attende riproposta su canali non autorizzati. Una previsione (plausibile) di stima non inferiore al 20%, comporterebbe un mancato gettito non inferiore a 200 mln di euro anno, al lordo di operazioni di contrasto all’illegalità delle quali, allo stato, non è dato in alcun modo conoscere l’efficacia, non essendosi il legislatore ripromesso di indicarla, nemmeno presuntivamente”.