“Una delle questioni non opportunamente valutate in ordine al tema del riordino del settore dei giochi è quello dei rapporti tra banche e imprese del settore. Non c’è nessuna norma nella legge antiriciclaggio che giustifichi la chiusura dei conti alle imprese del settore del gioco. Le banche stanno chiudendo i conti inopinatamente. Chiudere conti per appartenenza settoriale è un vero problema di cui non si occupa nemmeno la legge. Anche l’ultimo disegno di legge non se ne sta occupando. E’ un errore grossolano, in questo modo rischiamo di fare l’ennesimo favore alle mafie. Pensiamo ad esempio alla norma che limita a 100 euro le ricariche, è un grandissimo errore. Chi vuole lo farà attraverso i circuiti illegali.
Dobbiamo stare attenti quando regolamentiamo perché rischiamo di produrre dei danni quando lo facciamo in modo non organico e ordinato. Pensiamo alla dicotomia tra normativa nazionale e regionale, che non ho capito da dove derivi, va al di là della nostra Costituzione, si è ceduto anche in quello. Stiamo attenti che su questo le mafie stanno molto avanti, molto più di noi, perché le mafie conoscono bene la regolamentazione ma anche la non regolamentazione”.
Lo ha detto Ranieri Razzante (nella foto), docente di “Intermediazione finanziaria e Legislazione antiriciclaggio” Università di Bologna e Presidente A.I.R.A. (Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio), intervenendo al seminario pubblico “Il settore dei giochi e i nodi regolatori. Il riordino del territorio”, organizzato a Roma dall’Istituto per la Competitività I-Com in collaborazione con IGT.