(Jamma) Gravi sono le preoccupazioni in tanta parte delle famiglie reggine e calabresi per il diffondersi di sale da gioco. Si pensi solo che nel Comune di Reggio Calabria vi sono 565 sale, oltre a quelle collegate ad esercizi commerciali. A lanciare l’allarme gioco d’azzardo è Demetrio Costantino Presidente del Comitato Interprovinciale per il diritto alla sicurezza di Reggio Calabria.
“Questa preoccupante situazione – spiega Costantino – è favorita non solo dalle ripercussioni della crisi economica, ma soprattutto per il mancato riconoscimento di diritti fondamentali ai giovani – lavoro, formazione, rispetto dei valori. E cosi tanti giovani e fasce della popolazione tentano con il gioco di raggiungere il facile, assai improbabile, colpo di “fortuna”.
In realtà, diseduca, rappresenta una piaga sociale, crea dissidi e conflitti, spinge persone deluse persino a irrazionali e irreperabili gesti e migliaia di famiglie rischiano di aggravare la propria situazione e ritrovarsi rovinate ancora di più dalla miseria e da debiti contratti anche per giocare.
Ma c’è chi dalla rovina altrui ricava ingenti profitti: sono le multinazionali, industrie, gestori di grandi sale da gioco. E ci sono emissari delle società costituite che, rapportandosi con esponenti politici nelle istituzioni elettive, elargiscono finanziamenti per approvare norme e leggi vantaggiose.
Ci sono sale da gioco dove avvengono trucchi, truffe,minacce, risse, sale aperte anche ai minori di 18 anni in violazione della legge.
La criminalità organizzata e comune è presente in tutte le fase: dall’imposizione delle macchinette slot nei locali, ai prestiti usurai, al riciclaggio del denaro sporco e reati vari.
D‘altronde le inchieste e operazioni delle forze dell’ordine nel recente passato avevano già evidenziato come qualcuno possa pervenire a raggiungere un impero economico.
Per questo da tempo il CIDS considera prioritario affrontare questo problema proponendo di :1) abrogare o almeno apportare profonde modifiche alle attuali norme sulle sale da gioco ; 2) inasprire le pene per chi le viola; 3) demandare ai Comuni il rilascio delle autorizzazioni per l’apertura di sale; 4) devolvere una parte delle entrate dello Stato per progetti di formazione per i giovani delle aree più economicamente svantaggiate; 5) esercitare un severo controllo e vigilanza – soprattutto nei grandi locali – per verificare, controllare e fare rispettare le norme”.