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Palmieri (SICON): “Il riordino dei giochi pubblici non sia solo di facciata. L’AI può contrastare la dipendenza dall’azzardo”

Raffaele Palmieri conosce molto bene il settore del gioco pubblico italiano. Da anni, come rappresentante dell’associazione di concessionari e come operatore, segue con grande attenzione l’evolversi del quadro regolatorio e questo gli consente di sviluppare un punto di vista interessante sui possibili rischi di alcune scelte e di quelle che potrebbero essere le soluzioni adottabili.

Presidente, come di consueto con l’avvio della stagione autunnale si parla di Manovra di bilancio e quindi di entrate erariali dal gioco legale. Secondo indiscrezioni l’Esecutivo starebbe valutando, tra l’altro, l’indizione del bando di gara per le concessioni online. Che idea si è fatto dei parametri (per ora non confermati) in base ai quali verrebbe strutturato?

La manovra deve seguire e finanziare la riforma fiscale, la legge delega, dove è stata inserita la riforma del gioco pubblico, pertanto vedo tempi strettissimi. Potrebbe anche essere che l’elefante partorisca il classico
topolino se si seguirà il sistema dei rinnovi onerosi e lo Stato incasserà ugualmente. Sui parametri per accedere alla nuova gara, se saranno confermati, sono effettivamente alti e la previsione di 40 nuovi acquirenti di licenze GAD sembra effettivamente ‘generosa’. Il rischio è un altro: che si crei un sistema oligarchico e non plurale dal punto di vista delle dimensioni dei vari competitors e che riprenda vigore il mercato illegale (.com). Non è una affermazione di circostanza, è un pericolo reale. De resto quando nel settore dei tabacchi è stato aumentato a dismisura il prezzo del singolo prodotto, il consumatore si è rivolto al contrabbando e non ha smesso di comprarlo. Un mercato equilibrato e sicuro per gli investitori va tenuto con tutte le fasce di operatori grandi, medi e piccoli. Altrimenti se l’obiettivo erano i 200milioni di euro, si istituiva una gara mono concessionario come per Superenalotto, Lotto etc. Si sarebbe realizzato anche di più…

L’ipotesi di un canone per i PVR le sembra una strada percorribile?


Concettualmente no, ma anche qui il governo tenta ogni strada per reperire soldi. Cosa sostanzialmente diversa se invece si rendesse il punto vendita ricarica limitato alle sole operazioni consentite: apertura conto gioco e ricariche conti gioco esclusivo con una connessione dedicata al Concessionario è sicuramente una strada percorribile. Oltretutto anche qui il censimento fatto da ADM sui PVR non è veritiero perché molti esercizi commerciali hanno più concessionari di gioco on line, per il servizio di ricariche conto gioco, per cui la stima dei 70.000 PVR sul territorio è assolutamente sballata. Questo vuol dire che se hanno fatto una previsione di incasso attraverso un canone, modello RIES, sarà sicuramente disattesa.

Da oltre cinque anni si parla di riordino del settore, per altro previsto da una Legge Delega. Cosa si aspetta e cosa invece teme?

Effettivamente i governi succeduti sono stati presi sempre da altre emergenze, economiche e sociali che hanno sempre ritardato questo riordino. Penso in primis al Covid, alle problematiche sociali (reddito) ed ambientali (alluvioni, terremoti, etc).

Ci aspettiamo da tempo una riforma seria e strutturale del gioco, in particolare sul Retail. Le politiche del distanziometro hanno solo creato confusione, cristallizzato l’offerta, e non hanno raggiunto l’obiettivo prefissato da quella parte politica e dei governi che presiedevano; queste persone hanno fatto del gioco pubblico un bersaglio da vendere all’opinione pubblica, una vero e proprio accanimento terapeutico che non ha mai portato ad affrontare seriamente e concretamente la problematica della tutela dei minori e della ludopatia, laddove accertata.. La mancata approvazione della riforma del titolo V della Costituzione (la salute) ha fatto sì che le varie Regioni avendone tiolo in materia hanno legiferato per proprio conto, creando una disomogeneità spaventosa e di conseguenza una concorrenza sleale per chi vuole aprire un punto vendita in una regione o in un’altra del paese. Un altro timore e che in pochi anni la tassazione
tenda a crescere e senza freno, rendendo tutto il sistema la filiera non sostenibile economicamente. I competitors, soggetti finanziari, hanno un debito spaventoso e vanno avanti per proseguire su altre logiche, non è la parte virtuosa del sistema, ma questo lo Stato non lo vede anzi e tende sempre ad avvantaggiarli.

Come è noto, una delle criticità evidenziate dal settore e non solo, è rappresentato dalle normative locali, così come dai distanziometri introdotti pressoché in tutto il Paese? Ci potrà mai essere una soluzione?
Un compromesso?


La soluzione è differenziare il luoghi esclusivamente dedicati al gioco e quelli promiscui con attività commerciali dove il gioco non è l’attività prevalente. Una volta disegnato e creato questa mappatura della rete vendita si possono differenziare le prerogative l’offerta ed il mercato, di conseguenza, la raccolta va canalizzata, ma differenziata.

 La questione centrale di ogni intervento di regolamentazione ipotizzato o avviato resta quella della tutela del cittadino e del giocatore. Ricerche e studi hanno dimostrato che molto spesso le restrizioni (al gioco terrestre e a quello online) non hanno sortito l’esito sperato. Il settore sta valutando possibili soluzioni per garantire la tutela dei vulnerabili o il contrasto al gioco minorile?

Le ricerche sul tema, negli ultimi anni, hanno fatto passi da gigante e soprattutto hanno visto un impegno economico e di natura tecnico- scientifico importante in particolare da parte degli operatori, ma questo
ahimè, non viene ancora percepito. Le regioni trattano le dipendenze dal gioco come tutte le altre dipendenze e sprecano fondi istituiti dallo Stato. Gli operatori, fino a questo momento, hanno sempre avuto un approccio di compliance nei confronti del Gioco Responsabile, ma è arrivato il momento di cambiare passo e di avere un approccio di commitment nei confronti del gioco responsabile.
Qui ci vengono incontro le nuove tecnologia ed in particolare dei modelli IA (di Intelligenza artificiale). Gli studi , le esperienze hanno accertato che l’espulsione, le auto limitazioni su gioco on line, sono gli unici rimedi efficaci per affrontare la problematica, attraverso la realizzazione di un modello IA a cui sto lavorando intensamente si è elaborato un progetto denominato “Ti proteggo” davvero interessante, già adottato in un settore contiguo al nostro con altre prerogative ma con gli stessi obiettivi , dove vi è la possibilità di intercettare i minori ed in particolare comportamenti anomali in tema di gioco responsabile. Il tutto attraverso una semplice telecamera, installata in rete all’interno del punto vendita, che rispetta tutti i dettami della privacy. Credo che la direzione tracciata sia quella giusta ed ho convolto alcuni operatori per attivare una fase di test proficua, per far sì che questo sistema raggiunga un livello di veridicità non contestabile dai i soliti detrattori del gioco. L’obbiettivo è tale da poterlo proporre come prerogativa primaria per aprire un punto dedicato e/o secondario nella rete di gioco pubblico ADM, libero da logiche di distanze, barriere all’ingresso etc., ma che tuteli realmente il giocatore, il cittadino, o il minore, e consenta di vivere il gioco come una pure e semplice esperienza di intrattenimento, di divertimento puro in quanto il sistema consente l’individuazione e la conseguente espulsione dal luogo di vendita dei soggetti più deboli. La chat GPT sarà lo strumento di monitoraggio che questo sistema mette a disposizione per i singoli comuni. Quest’ultimi potrebbero interrogarla e sapere in tempo reale quanti minori, ad esempio, nei punti vendita vicino alle scuole sono stati intercettati e allontanati.

Redazione Jamma
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