(Jamma) La campagna di odio lanciata contro un settore industriale che annovera migliaia di aziende virtuose, e operanti nella più assoluta legalità, ha “partorito” la sua cellula “antagonista”, e il suo “manifesto” di azione contro il “blocco di potere capitalista” , diretto nei confronti di Assotrattenimento e Confindustria.
Linguaggio e toni sono chiari e chiaramente collocabili in un contesto di “opinione” peculiare, la cui valutazione ed interpretazione “sfugge” alla normale dialettica, richiedendo, semmai l’intervento di altri consessi. Ogni e più opportuna azione sarà quindi intrapresa da AS.TRO e da S.G.I. a tutela del settore, e dell’incolumità delle migliaia di operatori che altro non fanno se non “rispettare la legge”.
Ciò che AS.TRO rappresenta
ai Sindaci che hanno aderito all’iniziativa delle “IENE”, entità co-ispiratrice della “campagna di lotta” attualmente in corso,
alle Assemblee regionali promotrici di pdl o di normative già promulgate “contro il gioco legale”
è una semplice considerazione di natura politica.
Quanto un programma di governo amministrativo del Territorio coincide con un obiettivo di lotta “antagonista e anticapitalista” condotta da “collettivi di contrasto dell’oppressione ai danni della classe lavoratrice” occorre riflettere seriamente, domandandosi seriamente se la “misura” non sia stata oltrepassata e se non si sia caduti nel “tranello” a cui spesso porta un eccessivo rifugio nelle scorciatoie demagogiche.
Storicamente non è mai esistita la possibilità “indolore e rispettosa della legalità” di rendere compatibili l’operato di una Istituzione Democratica con un obiettivo “di lotta extra-parlamentare”, e prima di doverci ritrovare a identificare chi ha trasformato la dialettica in violenza occorre ri-attivare il processo di assunzione di responsabilità insito in ogni Istituzione.
Il gioco pubblico e autorizzato ha leggi statali in corso di attuazione che presuppongono la collaborazione di Regioni, Enti Locali, Associazioni territoriali, e di chiunque abbia un interesse da rappresentare sul fronte del gioco: questa è la legalità e la dialettica democratica.
L’appello che si rivolge ad ogni pubblico amministratore, pertanto, è quello di aiutare il successo della legge Balduzzi, e la sua totale applicazione, anche laddove preannuncia la “cura dimagrante” a cui la distribuzione del gioco lecito sarà sottoposta, alla luce dei contributi conoscitivi che perverranno dalle realtà dei Territori.