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Riordino gioco online, CIGO ribatte alle valutazioni dell’ADM su costo concessione: “7 milioni? Così spariranno tutti i piccoli e medi imprenditori”

L’Associazione CIGO, che riunisce alcuni operatori del comparto del gaming italiano, ritiene nient’affatto condivisibili le valutazioni illustrate dal Direttore di ADM Roberto Alesse ed espresse ieri in audizione alla Commissione Finanze del Senato.

“Le valutazioni originano da un’erronea lettura del dato contabile di partenza che l’ Associazione ha potuto estrarre (poiché di pubblico dominio) dal portale di ADM e correttamente analizzare. Di contro, sono pienamente condivisibili i rilievi espressi dal Presidente Dott. Garavaglia in punto di assenza (nella relazione ADM) di numeri e tabelle esemplificative

Ed allora, premesso:

1) che il Margine Netto degli operatori deriva dal cd Giocato (spesa dei giocatori) detratti l’imposta unica + costi della filiera (PVR, SKIN ed Agenti) + costi di gestione; ed ancora non è detratta l’imposta sul reddito;

2) che detto Margine Netto, una volta corretta la “svista” di ADM deve essere ragionevolmente stimato in misura pari al 6% del Ricavo dal giocato, al netto della imposta unica (cd NET COMMISSION) ed al lordo della imposta sul reddito;

3) che, dall’elaborazione molto più affidabile dell’Associazione CIGO (basata sul dato contabile certo posseduto da ADM ed estratto dal portale dell’Agenzia peraltro con il riferimento all’anno 2023 e quindi aggiornato rispetto ai conteggi presentati da ADM nel corso dell’audizione), l’ammortamento, nei 9 anni di concessione, della cd una tantum dell’ammontare di € 7.000.000,00 impatterebbe come segue sul Margine Netto degli operatori:

– circa il 4,17% per il principale operatore;

– circa l’10,94% fino al decimo operatore;

– circa il 50% fino al ventesimo operatore;

– circa il 96,65% fino al trentesimo operatore;

– azzeramento del Margine Netto oltre il trentesimo operatore.

Tutto ciò premesso, si comprende allora la fondatezza di quanto già sostenuto dall’Associazione CIGO nelle precedenti proprie Relazioni, laddove si diceva (dati e tabelle alla mano) che l’indicazione di un’ una tantum così elevata, pari ad € 7.000.000,00 provocherà la pressoché totale scomparsa degli operatori Concessionari Italiani appartenenti alla media e piccola impresa, che pure hanno assicurato la crescita del mercato lecito, il conseguente gettito erariale e la tutela della salute del giocatore (esattamente i principi cardine italiani ed europei della legislazione di riordino).

Il mancato raggiungimento degli obiettivi di gettito attesi è quindi dovuto ad erronea lettura e prospettazione del dato contabile di partenza e conseguirà quindi ineluttabilmente ad essa, provocando anche ingiustificabile quanto grave dissesto del settore produttivo di riferimento, impossibilitato a partecipare alla gara.

Alla luce di quanto sin qui illustrato, appare chiaro che potranno essere aggiudicate non più

di trenta concessioni già ricomprese quelle acquisende dai gruppi più grandi nel (preannunciato) numero di 15. Il gettito erariale dunque si fermerebbe presumibilmente e realisticamente ad € 210 mln anziché agli sbandierati € 350 mln.

Ripartendo da premesse corrette – ovvero l’abbassamento dell’una tantum a soglie compatibili con il reale Margine Netto degli attuali operatori – che consentano la partecipazione a gara di tutti gli attuali concessionari e anche di nuovi, unitamente all’ampliamento dell’offerta concessoria a ricomprendere anche la facoltà di Skin (in numero non inferiore a 5 per concessionario), ADM scoprirebbe che il gettito può perfino essere superiore a quello realisticamente attendibile (210 mln) al contempo tutelando la libera concorrenza e le piccole e medie imprese Italiane.”

(nella foto Roberto Alesse)

Redazione Jamma
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