“Come associazione, come imprenditori, come lavoratori e come cittadini diciamo basta agli efferati attacchi al settore del gioco pubblico. Attacchi frutto di ignoranza (nel senso di mancata conoscenza) o malafede che hanno impatti devastanti sulle imprese, soprattutto quelle medio-piccole e sulle migliaia di lavoratori e famiglie che operano in questo settore. L’ultimo violento attacco è arrivato dal “Libro nero dell’azzardo: mafie, dipendenze, giovani”, pubblicato dalla Federconsumatori e dalla CGIL”. E’ quanto scrive Sapar in una nota.
“Il gioco legale viene fatto passare come uno dei problemi principali del paese e vorremmo chiedere agli autori se hanno fatto le stesse indagini sul fumo, l’alcool, le dipendenze da droga, sesso, shopping compulsivo, social, telefoni cellulari tutte dipendenze con cui si muore. Sbattere in prima pagina il “mostro” è facile, ma il gioco legale non è il mostro che viene rappresentato ma piuttosto un settore economico importante per lo Stato, per la forza lavoro che produce, per la sicurezza e tutela degli utenti e dei minori. In tal senso – prosegue l’associazione – il ruolo dei gestori e delle piccole e medie imprese è fondamentale, un valore da tutelare e rispettare e non da aggredire come purtroppo avviene da troppo tempo. L’ex Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, in audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico al Senato, ha dichiarato che: “Il gioco legale è evidente che evita la proliferazione del gioco illegale. Laddove non vi siano aperture per accogliere scommesse di coloro che sono abitualmente dediti al gioco si aprono le porte dell’illegalità e costoro troveranno possibilità per proseguire nel gioco e nelle scommesse attraverso l’offerta della criminalità organizzata”.
Fortunatamente – evidenzia Sapar – il tempo è galantuomo e le recenti elezioni europee hanno ridimensionato in maniera importante tutta quella parte politica che ha cercato di distruggere il settore del gioco pubblico. Importanti e storici istituti come Euripes, Censis, Luiss, solo per citarne alcuni, hanno dimostrato come le aziende di gioco legale siamo la prima linea di contrato all’illegalità e di controllo del territorio. Libri come quello proposto dalla Federconsumatori e CGIL minano tutto questo. Per questo abbiamo deciso di intervenire in maniera diversa rispetto al passato. Basta con le parole, ora passiamo ai fatti. Chi scrive certe cose dovrà assumersi le proprie responsabilità presso gli organi competenti. Nel libro si possono ravvisare gli estremi del procurato allarme ed i contenuti espressi possono essere definiti diffamatori. Un libro che purtroppo ha avuto grande eco sui media nazionali, dando vita da una informazione sbagliata e contorta. Di seguito – spiega l’associazione – riportiamo gli errori più evidenti anche se il libro contiene tanti passaggi e tabelle che meriterebbero delle correzioni.
- “150 miliardi di raccolta del gioco nel 2023 accostata alla spesa alimentare degli italiani”
FALSO
Questa cifra rappresenta la raccolta totale, non la spesa effettiva. La vera spesa, cioè i soldi effettivamente persi dai giocatori, è stata di 22 miliardi di euro. Quasi 130 miliardi sono tornati nelle tasche dei giocatori sotto forma di vincite.
- “Se vinco e rigioco, spendo solo i soldi iniziali”
VERO
Se compro un Gratta e Vinci da 5 euro, vinci 5 euro e li rigioco. Rivinco 5 euro e li rigioco e poi perdo. Il tuo investimento totale rimane di 5 euro. Anche se i dati di raccolta mostrano 15 euro (5+5+5), la spesa effettiva è solo 5 euro.
- “Gli italiani hanno perso 22 miliardi nel gioco nel 2023”
FALSO
Di questi 22 miliardi, oltre la metà va all’Erario, contribuendo quindi al bene collettivo. Considerarli quindi tutti persi è un “azzardo”.
- “Nel 2023 ogni italiano tra i 18 ed i 74 anni ha “investito” nell’azzardo online 1.926 euro”
FALSO
Se consideriamo la vera spesa (raccolta meno vincite), questa cifra scende a 81 euro annuali.
- “A Messina, Palermo e Siracusa spesi 3.200 euro l’anno al gioco per ogni residente, tra i 18 ed i 74 anni, nel 2023”
FALSO
Anche in questo caso parliamo di raccolta e non di spesa ed è un errore fatto per tutte le province ed i comuni riportati nel report.
- “Gli studi commissionati sull’azzardo propongono tesi interessate”
FALSO
Questa affermazione mette in dubbio la credibilità di istituzioni rispettabili come ad esempio Eurispes, Censis, Istituto Friedman, Università Luiss, Università di Salerno, Politecnico di Milano, che conducono studi accurati e imparziali.
- “Il 43% dei maschi tra i 14 e i 18 anni ha acquistato un Gratta e Vinci e quasi il 50% ha giocato almeno una volta in una sala slot”
FALSO
Se questo dato fosse vero, vorrebbe dire che circa un milione e mezzo di minorenni ha commesso un illecito entrando in una sala slot o comprando un Gratta e Vinci. Un numero fuori da ogni logica visto che comporterebbe un illecito anche da parte dell’esercente.
- “Il 4% dei ragazzi e delle ragazze ha un conto online di gioco attivo”
FALSO
E’ impossibile aprire un conto online di gioco ad un minorenne. La procedura di apertura di un conto richiede infatti l’inserimento di un documento di identità e di un codice fiscale per comprovare la maggiore età. Non è quindi possibile per legge e tecnicamente, per un minorenne, aprire un conto di gioco.
- “La riforma dell’azzardo fisico sarebbe devastante per la lotta al gioco d’azzardo”
FALSO
Uniformare le regole a livello nazionale permetterebbe di avere distanze e orari di gioco uguali in tutta Italia, rendendo più facile il controllo.
- “Il gioco totale tra fisico e online supera il 7% del Pil nazionale”
FALSO
Questo valore si riferisce alla raccolta e non alla spesa.
- “La quota pro capite raccolta nel 2023 per gioco fisico e online, calcolata sulla popolazione maggiorenne, è pari a 2.996 euro”
FALSO
Considerando la spesa e non la raccolta, il valore pro capite è di 448 euro, circa un caffè al giorno. Per gli apparecchi da intrattenimento, scende a 173 euro annuali.
- “Nella Figura 1 si mette a confronto la raccolta con il gettito erariale derivante dai giochi ”
FALSO
Viene omesso che circa 7 miliardi derivanti dagli apparecchi corrispondono a circa il 71% di pressione fiscale (Dati Cgia di Mestre) sulle aziende in quanto dalla raccolta va detratto il 65% minimo di restituzione in vincita, il 24% di Preu e gli oneri amministrativi e concessori oltre alla suddivisione degli introiti con gli esercenti. Oltre a questo, dal 2015 in poi il Preu è aumentato, è iniziata la politica di riduzione degli apparecchi (le Awp sono scese dalle 418.000 del 2015 alle 256.000 circa del 2022) e sono partite le normative locali sulle distanze minime dai luoghi sensibili con riduzione del 37,8% dei margini per la filiera (Dati Cgia di Mestre).
- “Nella figura 3 il gioco d’azzardo illegale viene calcolato in 37 miliardi di euro”
FALSO
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, nel 2023 il gioco illegale varrebbe circa 25 miliardi di euro. Questo dato indicherebbe che il gioco illegale vale circa il 16,7% di quello legale. Nel 2004, quando i Monopoli di Stato presero il controllo di tutti i giochi, il mercato illegale valeva circa il 100% di quello legale. Un dato quello del 2023 che premia il grande lavoro di prevenzione, controllo e repressione messi in atto dalle Forze dell’Ordine in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”, conclude Sapar.