“Quella di oggi è un’importante occasione di incontro e confronto. Bisogna fare sistema tra le varie associazioni e federazioni per accompagnare al meglio la riforma del gioco. Serve una particolare attenzione alla cosiddetta questione territoriale. Inutile negare che i proventi del gioco sono essenziali perchè fonte di ricavo rilevante e spesso vitale, allo stesso tempo sono occasione di preoccupazione per via delle ludopatie. Bisogna valorizzare i valori del gioco lecito pubblico. Ultimamente i media evidenziano i rischi del gioco addebitando colpe e responsabilità a tutti. Bisogna arginare la scarsa considerazione che ha il settore, che è estremamente regolato. La questione ESG sarà molto importante, il settore sta dedicando grande attenzione a questi temi”.
Lo ha detto Lino Stoppani (in foto), Presidente di Fipe-Confcommercio, intervenendo a Roma al Forum Acadi “Il riordino del Gioco Pubblico per la sostenibilità del comparto”.
“Il Forum annuale di ACADI costituisce l’occasione per riunire le Organizzazioni che operano nei giochi pubblici appartenenti alla filiera Confcommercio. Oltre 20 anni fa – ha aggiunto Stoppani – FIPE ha svolto un ruolo centrale nella fase di regolamentazione del mercato, sostenendo l’emersione di attività fino ad allora esterne dalla disciplina legislativa e fiscale e garantendo una capillare informazione e sensibilizzazione degli imprenditori per favorire l’affermazione dell’offerta legale e di condizioni di garanzia per i milioni di consumatori che giocano. Più recentemente, con la costituzione del sindacato EGP FIPE e la costante attenzione ai temi del gioco regolamentato nelle attività federali, è tornata ad intensificarsi l’azione istituzionale di tutela degli esercenti presenti nei sistemi concessori e, con essa, di tutela di tutti i consumatori. I lavori di oggi ribadiscono ancora una volta, infatti, come la tutela dei consumatori possa essere garantita solo dal mercato regolamentato, respingendo con esso tutte le forme di illegalità nell’offerta, sempre rinnovate fruendo di nuove tecnologie e frequentemente emanazione della criminalità organizzata nazionale ed internazionale. Non sono, purtroppo, così condivise le ragioni del gioco regolamentato: vi sono sensibilità diverse a livello di rappresentanze sociali così come di amministrazioni statali e territoriali; è persistente la “questione territoriale” in particolare sulla collocazione fisica degli apparecchi da gioco e sugli orari della loro offerta al pubblico e non si vedono ancora soluzioni di “riordino” che offrano alle imprese coinvolte un quadro chiaro e definito per la gestione e gli investimenti. Sostanzialmente tutti gli oltre 40.000 pubblici esercizi che offrono giochi in denaro sono coinvolti nella problematica, a partire dalle oltre 5.000 sale specializzate, che in taluni casi rischiano la stessa continuità operativa: le legislazioni territoriali del Trentino, dell’Alto Adige e dell’Emilia-Romagna hanno già costretto diverse attività pienamente lecite a chiudere i battenti. Tutto questo in un quadro nel quale,
per gli intervenuti inasprimenti fiscali sugli apparecchi di gioco e per le conseguenti valutazioni commerciali, si era già operata a livello nazionale una estesa razionalizzazione dell’offerta, con la riduzione di circa 35.000 punti vendita dal 2017 ad oggi: un terzo del totale di allora. Riduzione che ha colpito principalmente i bar, i piccoli esercizi, ponendoli di nuovo – particolarmente nelle regioni con maggiori problematicità criminali – a contatto con situazioni critiche, se non costringendo anch’essi a chiudere la serranda per la perdita di un contributo ai costi operativi dai ricavi dei servizi di gioco.
Molti di questi esercizi – ha evidenziato ancora Stoppani – operano anche nei servizi di ricarica del gioco online, attività che solo recentemente con il D. LGs. 41/2024 ha visto una regolamentazione più puntuale, in corso di attuazione, che ha correttamente valorizzato la licenza TULPS come prerequisito, nell’ottica anche in queste attività di una qualificazione e responsabilizzazione degli operatori. FIPE sollecita quindi il riordino dell’offerta nei punti vendita di apparecchi, scommesse e sale bingo, quanto prima possibile. Un riordino che certifichi l’impegno dei pubblici esercizi a continuare con quella responsabilità sociale che li ha contraddistinti da tempo e che rende possibile – spesso, però, su iniziativa spontanea delle stesse imprese – una diffusa formazione degli operatori al rapporto con i consumatori, l’interazione costante della categoria con la sanità pubblica ed il terzo settore più illuminato per intercettare i soggetti problematici, la estesa comunicazione nei punti vendita sui rischi del gioco compulsivo. Sono attività che devono tuttavia essere messe a sistema, uniformate nelle modalità ed accompagnate da una diffusa digitalizzazione: tutti obiettivi raggiungibili sfruttando al meglio la circostanza che il mercato italiano dei giochi in denaro è regolamentato da disposizioni nazionali e che, quindi, queste modalità di costruzione e gestione di una offerta sostenibile possano essere omogenee tra tutti gli operatori e per tutte le proposte di giochi in denaro, garantendo così la prevenzione per i soggetti a rischio da tutte le possibili situazioni di consumo compulsivo.
Ribadiamo anche, in particolare e come previsto dalla delega parlamentare al Governo, l’urgenza di estendere ai punti vendita il “Registro di autoesclusione” da tutti i giochi con vincite in denaro, in maniera da aumentare la sensibilizzazione sociale sul gioco compulsivo e dare agli esercenti strumenti normativamente e tecnologicamente solidi per interdire l’accesso ai soggetti problematici (oltre che, con le stesse modalità, ai minori, che devono ovviamente essere esclusi da qualsiasi attività di gioco). Crediamo che sia rilevante anche giungere alla chiara identificazione visiva esterna di tutti i punti che esercitano concessioni pubbliche o servizi correlati, come le ricariche dei conti di gioco online, con una insegna ed una riconoscibilità specifica, analoga a quella prevista già da molti anni per i rivenditori di generi di monopolio e per le sale bingo. La capillarità del Sistema Confcommercio ci vede particolarmente favorevoli anche ad un Patto con Regioni, Province autonome e Comuni per condurre unitariamente questo percorso di rafforzamento del gioco legale e di miglioramento delle condizioni di tutela dei consumatori grazie all’impegno dei pubblici esercizi. In questo senso sarà molto importante rafforzare quelle sedi di confronto multiattoriale e multidisciplinare come la Consulta Permanente dei Giochi Pubblici, pure introdotta dal recente D.Lgs. 41/2024, quale sede nazionale per la definizione delle migliori politiche di contrasto al gioco patologico”, ha concluso Stoppani.