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Giocare da grandi, Cangianelli (Egp-Fipe): “Puntare sulla tecnologia e sulla certificazione per un gioco più responsabile”

Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP FIPE, è intervenuto durante la presentazione della ricerca su Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento dell’Osservatorio sul gioco pubblico di SWG “Giocare da grandi”, ponendo l’accento su come affrontare in modo più efficace il tema della prevenzione delle dipendenze legate al gioco. Cangianelli ha evidenziato la necessità di superare approcci tradizionali, spesso inefficaci, e di investire su strumenti tecnologici e certificazioni per migliorare l’offerta di gioco e supportare gli esercenti.

Il target delle misure: un’attenzione troppo generalista

Un punto chiave dell’intervento di Cangianelli è stata la sottolineatura del dato ormai consolidato: solo l’8-10% delle persone che giocano, corrispondente al 4-5% della popolazione generale, è realmente esposto al rischio di dipendenza. “Questi sono i veri destinatari, forse gli unici, delle misure di prevenzione di cui discutiamo,” ha spiegato.

Cangianelli ha osservato come, spesso, le politiche adottate si rivolgano in maniera indiscriminata a tutta la popolazione, perdendo di vista il reale focus del problema. “Il rischio,” ha detto, “è di proporre soluzioni che sembrano utili sulla carta, ma che non entrano realmente nel merito delle dinamiche del gioco problematico.”

Misure inefficaci e il bisogno di un approccio tecnologico

Tra le misure criticate, Cangianelli ha citato le limitazioni orarie e le distanze minime dai luoghi sensibili, strumenti che, secondo lui, hanno dimostrato scarsa efficacia nel contrastare la dipendenza da gioco. Al contrario, ha sottolineato il potenziale offerto dalla tecnologia, ancora poco sfruttata, come strumento di prevenzione e informazione nei punti vendita.

“La tecnologia offre un’enorme opportunità per interagire con la domanda di gioco in modo più diretto ed efficace,” ha dichiarato. “Può aiutare a sensibilizzare i giocatori e fornire supporto concreto agli esercenti, che oggi devono spesso affrontare queste problematiche basandosi solo sulla loro buona volontà.”

La certificazione dei punti vendita: un’opportunità per il settore

Un altro tema centrale del discorso è stato il richiamo alla certificazione dei punti vendita. Secondo Cangianelli, la creazione di standard certificati per i luoghi in cui si offre gioco potrebbe rappresentare una svolta per il settore. Questo approccio consentirebbe di garantire ambienti più sicuri e controllati, migliorando l’interazione con i giocatori e responsabilizzando gli esercenti.

“La certificazione non è solo una formalità,” ha spiegato, “ma un’opportunità per migliorare l’intera esperienza del gioco legale, rendendola più trasparente e responsabile. È un elemento che mi aspetto di vedere sempre più presente nei futuri documenti normativi.”

Cangianelli ha concluso il suo intervento con un appello a ripensare le politiche di prevenzione del gioco problematico, passando da misure di limitazione generale a strategie mirate e tecnologicamente avanzate. “Investire nella tecnologia e nella certificazione,” ha detto, “non solo aiuterà a prevenire le dipendenze, ma offrirà anche un supporto concreto agli esercenti, che sono in prima linea nel garantire un gioco legale e responsabile.”

Il messaggio di Cangianelli è chiaro: per affrontare le sfide del gioco problematico, è necessario un approccio innovativo, focalizzato e basato su strumenti che possano realmente fare la differenza, superando le soluzioni tradizionali che si sono rivelate inefficaci.

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