Curcio, presidente SAPAR, interviene sul testo approvato dalla Commissione Affari Sociali della Camera

(Jamma) – La Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato ieri il testo che riunisce 8 proposte di legge contro il gioco patologico, che punta essenzialmente sull’introduzione della tessera sanitaria per l’accesso al gioco, delle distanze minime delle sale da gioco dai cosiddetti luoghi sensibili, il divieto assoluto di pubblicità e la costituzione di un fondo anti-ludopatia , alimentato dallo 0,1% delle entrate derivanti dalla riscossione delle sanzioni amministrative relative al gioco illegale.

Sebbene il disegno di legge sia ancora suscettibile di variazioni – “prossimamente sarà reso noto il termine per la presentazione di eventuali emendamenti”, ha dichiarato la relatrice Paola Binetti – il Presidente dell’Associazione Nazionale Sapar Raffaele Curcio intende puntualizzarne nell’immediato alcuni aspetti.

“Innanzitutto, va sottolineato che il provvedimento è anacronistico, per quanto riguarda l’introduzione della tessera sanitaria per l’accesso agli apparecchi da gioco, in quanto esiste un decreto, che effettivamente tarda ad arrivare, nel quale questa misura è già prevista, nell’ambito di tutta una serie di provvedimenti mirati a rendere le Awp maggiormente sicure e inviolabili”.

“Per quanto riguarda invece il divieto di pubblicità e il fondo anti-ludopatia – aggiunge Curcio – non solo ci troviamo perfettamente d’accordo, ma anzi, vorrei ricordare che è stata proprio la Sapar per prima a proporre l’azzeramento di qualsiasi forma di propaganda del gioco e di destinare parte degli introiti derivanti dal settore (e non dalle sanzioni, che seguono percorsi diversi) alla lotta contro le ludopatie e al sostegno delle istituzioni locali”.

“Sulla questione delle distanze minime, mi trovo costretto a ribadire, per l’ennesima volta, che questo non è il metodo per risolvere il problema. Al contrario, bisogna lavorare su un progetto di razionalizzazione di tutta l’offerta di gioco. Senza poi dimenticare che porre dei vincoli del genere alle attività di raccolta di gioco lecito, e non d’azzardo, come purtroppo si insiste col dire, non va ad incidere minimamente sull’illegalità. Anzi, è proprio sulla scia del proibizionismo ad oltranza che essa trova la strada per insinuarsi e ramificarsi pericolosamente nel territorio e nel tessuto sociale. Non solo, pongo alla Commissione Affari Sociali – come feci nell’audizione che avemmo come Sapar un paio di anni fa – questa domanda: a cosa serve limitare la diffusione del gioco sul cosiddetto canale terrestre, se poi il gioco online è praticabile ovunque, con svariati mezzi e in qualsiasi momento?”

“In definitiva – conclude il Presidente Sapar – invece di pensare sempre a mettere paletti all’attività di raccolta del gioco lecito, bisognerebbe darsi da fare di più sui fronti dei controlli, dell’informazione della prevenzione. E magari anche sbrigarsi a dar corso a quanto previsto dal Decreto Balduzzi, ovvero far si che le strutture sanitarie pubbliche possano finalmente attivarsi per assistere le persone afflitte dal gioco patologico.”