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Compartecipazione enti locali a entrate slot, Borghi (Avviso Pubblico): “Scelta paradossale e controproducente”

“Periodicamente torna alla ribalta del dibattito politico il tema della compartecipazione delle Regioni alle entrate derivanti dal gioco d’azzardo così detto lecito. Attualmente sembra che il Governo sia intenzionato ad accogliere la proposta avanzata in tal senso dalla Conferenza unificata Stato-Regioni nell’ambito del parere presentato sul decreto legislativo per il riordino del gioco online alla fine di gennaio, reiterata dalla Conferenza delle Regioni in audizione al Senato, con la richiesta di una compartecipazione alle Regioni ed agli Enti Locali del 5% del gettito delle slot machines. Tale richiesta è di una gravità inaudita e fuori contesto, dal momento che le slot machines rientrano nel gioco fisico, mentre detta parte del riordino riguarda solo il gioco online”. Così in una nota Massimo Borghi, Coordinatore regionale per la Toscana dell’associazione “Avviso Pubblico Regioni e Comuni contro le mafie e la corruzione”.

“Credere che si possa far cassa da uno strumento come quello dell’azzardo, significa non pensare e non capire la disperazione di centinaia di migliaia di cittadini, significa altresì alimentare una spirale patologica che ha già gettato sul lastrico tante famiglie che finiscono per rivolgersi ai servizi sociali territoriali. Si ritiene paradossale e controproducente una scelta che, di fatto, smantellerebbe anni di lavoro da parte di centinaia di associazioni, tra le quali anche Avviso Pubblico, e di operatori impegnati nel Terzo settore a ridurre il danno della ludopatia e a contrastare le pratiche illegali collegate al gioco sia fisico che online. La Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica sono stati informati sui limiti dell’azione che si sta intraprendendo e sugli effetti disastrosi che si abbattono sui cittadini. Ci auguriamo che il Governo non accolga questa scellerata proposta che andrebbe a peggiorare ulteriormente una delega di riordino che le stesse associazioni d’impresa del settore hanno giudicato sbagliata e mal concepita”, conclude Borghi.

Redazione Jamma
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