L’inserimento di una proroga onerosa delle concessioni per i giochi ‘fisici’ (scommesse, bingo e slot) nella Legge di Bilancio 2025 è ormai data per certa.
In una intervista rilasciata a Open, Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP Fipe spiega le sue perplessità: “Le risorse dei giochi che finiscono in Manovra sono composte essenzialmente da due contenuti. Uno è la forzosa ed ennesima proroga delle concessioni per bingo, slot e scommesse, l’altro è la stabilizzazione della quarta estrazione del lotto, del superenalotto e dei giochi correlati». Dalle concessioni, scadute da tempo ma prorogate in assenza – e in speranza – di una nuova regolamentazione, arriverebbero circa 250, 300 milioni nelle casse dello Stato. Dalla quarta estrazione supplementare, invece, 100 milioni approssimativi.
Il giudizio di Cangianelli sulla misura è impietoso: “Non è piacevole, visto che gli apparecchi da gioco – le slot – hanno perso quote di mercato in favore dell’online, quindi si paga di più per qualcosa che vale di meno”.
Sul tavolo resta, immutato, il problema del conflitto tra norme nazioni e regionali, primo tratti il distanziometro. “La normativa, oggi, si presenta a macchia di leopardo. «Questo doppio binario normativo non ha scalfito il tema delle patologie del gioco, ma ha solo ingessato il mercato», afferma Cangianelli. «Aspettiamo da anni un aggiornamento chiaro delle regole cosicché gli stessi esercenti possano investire per il contrasto alla ludopatia. Oggi esistono strumenti tecnologici che possono essere molto più utili alla causa rispetto alla distanza, imposta con disposizione degli enti locali, tra una sala giochi e un cimitero». E poi c’è l’Europa, che continua a bacchettare l’Italia per il vezzo di prorogare le concessioni dei giochi: questo governo aveva prorogato già fino a dicembre 2024 le licenze di bingo, centri scommesse e sale slot. Con l’ultima Manovra, i termini dovrebbero essere prorogati di ulteriori due anni, fino al 2026″, sottolinea il presidente di EGP Fipe.
La speranza, a questo punto, è che nel prossimo biennio si arrivi finalmente ad un accordo sulle regole da applicare al gioco pubblico. “Le ultime gare? Il bingo è fuori scala, sono state fatte solo una volta e ormai 20 anni fa. Le scadenze iniziali delle concessioni per il bingo erano fissate al 2014, quelle per le scommesse sono scadute nel 2016 e quelle per gli apparecchi di giochi nel 2022. Gli imprenditori di un comparto che va avanti di proroga in proroga non possono fare progettualità“. “Noi vorremmo poter accedere a nuove gare con delle regole chiare e omogenee su tutto il territorio nazionale”.
Gli esercenti, con i nuovi bandi, non avranno problemi circa il rilascio delle licenze. “Dopo 20 anni il mercato è abbastanza consolidato. Si sono affermati dei concessionari ormai grandi che hanno dei partner sui singoli territori. La concentrazione in organizzazione più solide è stata necessaria in un settore così stressato fiscalmente”. “Il mercato è ingessato tra leggi nazionali e ordinanze locali, così non si può investire nemmeno per la salute dei giocatori”.